Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
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STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
del papa sempre mosso da Carlo. Il papa non rifiniva mai di torre ad esame le consuetudini che dicevansi de' tempi del Normanno Guglielmo, diceva avere rimesso il negozio al cardinale Gherardo da Parma suo legato in Napoli. Le vecchie gravezze seguitavano, anzi aumentavano ; i popoli vedevansi ingannati e fremevano invidiando il benestare de' Siciliani. Qua e colà per tutto il regno scoppiavano insurrezioni ; procedendo a quel modo le cose, era da temersi una generale ribellione sostenuta da' fieri almugaveri che la regina Costanza mandava capitanati da esperti uomini nelle provincie al di là del Faro. Il Vicario agit.avasi, apparecchiava; per fare solle-, citamente, accattava denari, speculava nuove gravezze, ed aspettando le forze che il padre stavasi ragunando in Provenza, teneva pronta una flotta di circa cento legni, ed intendeva portare la guerra in Sicilia.
Quivi, saputisi questi formidabili apparati, nel consiglio della regina deliberossi di mandare la flotta siciliana ad assaltare l'angioina innanzi che giungessero i soccorsi di fuori. Ruggiero di Loria con trentaquattro galere e più legni minori fa vela da Messina e giunge a Salerno. Carlo lo Zoppo, non ostante che dal padre avesse divieto di tentare alcuna fazione di grave momento, saputo dalle spie il naviglio siciliano essere assai debole, deliberò di piombargli sopra improvvisamente con tutte le forze. Ruggiero di Loria intanto era uscito dalle acque di Salerno e veleggiava intorno al golfo di Napoli finché, il di 5 giugno del I28i, comparve parte dell'armata napolitana. Lo ammiraglio di Pietro d'Aragona, a quella vista, simula di fuggire verso Castellamare, lo insegue Carlo, i suoi guerrieri assordano l'aria d'insulti e vituperii. Ma la flotta siciliana di repente volge le prore, si ordina a battaglia; e.allo squillo delle trombe, levando il grido : Aragona e Sicilia I piomba sopra la flotta nemica, la sgomina, e la pone in fuga. La galera, sopra la quale era il principe, ebbe tale tempestoso assalto che stette lì lì per essere inghiottita dalle onde, sì che i guerrieri angioini cominciarono a gridare misericordia, e dire che ivi era il principe e volevano arrendersi. Carlo lo Zoppo pose la propria spada nelle mani dello ammiraglio nemico, ed invece di ritornare trionfante a Napoli e ristòrare
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