Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
11*2 STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
protetto i Genovesi; i quali senza avventurarsi ad una battaglia generale pareva volessero indebolire l'inimico alla spicciolata. Pisa aveva perdute non poche navi, e molti de'suoi più strenui guerrieri. Tali disastri invece d'invilirla, la incitavano: con portentosa celerità rifece il porto, pochi mesi innanzi distrutto da Carlo d' Angió e da'Guelfi, e lo munì di più salde fortificazioni ; i suoi artefici non rifinivano di edificare navi e macchine belliche; tutto il popolo,nobili e plebei, rispondeva alla voce del reggimento che chiamava alle armi ogni cittadino da'venti ai sessanta anni. I traffici parevano spenti ; il supremo e solo pensiero di tutti era la guerra.
Le spie riferirono ai Pisani che i Genovesi erano per ispedire una grossa somma di danari in levante. I Pisani fecero uscire Giovanni Gaetani con una squadra per predare il carico de' nemici. I Genovesi per secreto delatore fecero sapere ai Pisani che le navi loro avevano preso la via verso Spagna. Vi accorre il Gaetani e tardi s'accorge dello inganno. Nel tempo < medesimo Genova inviava ventidue galere per suscitare e confortare la ribellione in Sardegna. I Pisani vi mandarono il Conte Bonifazio della Gherardesca con fanti e cavalli scortati da trentaquattro navi sotto il comando di Simone Zaci. Genova ne spediva altre. Ma impetuoso vento costrinse il legno del Conte Bonifazio a separarsi dalla flotta. Fu spinto presso l'isola del Tavolare, dove circondato da nemici, si arrese loro senza combattere. I Genovesi stavano saccheggiandolo allorché comparve la flotta Pisana. Morovello Malespina ammiraglio di Genova, appiccato il fuoco alla nave predata, partì in due corpi la flotta e si dispose a combattere. Pugnarono ferocemente tutto il giorno con varia ma pari fortuna. Verso sera il naviglio di Pisa, trovandosi malconcio, cominciò ad indietreggiare lasciando otto legni in mano dell' inimico, il quale la dimane predò altre quattro galere : sole tredici ne ritornarono al porto Pisano. Quivi poco dopo comparve l'armata genovese, e dopo d'avere insultato e minacciato gl'inimici, trionfante e ricca di preda ritornò alla patria.
XLVIII. Ma quanto più sinistra mostravasi la fortuna contro Pisa, tanto più ne'cittadini cresceva lo ardore della guerra e della vendetta. Gli rincorava l'aspetto di tanti ap-
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