Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      acque (li Pisa, e mandarono a sfidare gl'inimici. I Pisani ra-gunarono il consiglio, e dopo rapida deliberazione accettarono la sfida. La flotta, benedetta dall'Arcivescovo, fra le acclamazioni del popolo si avviò giù per l'Arno verso il mare.
      Giunta di faccia all' inimico, si partì in tre schiere. Quella a diritta era comandata dal Potestà Morosini, sulla cui nave sventolava superbamente il gonfalone del Comune; quella del centro era guidala dallo ammiraglio Saracini ; quella a mancina dal Conte Ugolino. Nel modo medesimo si tripartì l'armata genovese. Di fronte al Morosini stava Oberto Doria, le altre due squadre erano comandate da Corrado Spinola, e da Oberto Zaccaria. Ambedue le armate contavano circa sessan-mila combattenti. Come si furono così disposte, appena dato il segnale della battaglia, corsero con forza di remi ad incontrarsi assordando l'aria di orribilissime grida. Allo impetuoso cozzo i legni fragorosamente si scossero e quasi sfasciaronsi : ne seguì una confusione da non potersi descrivere ; le galee combattevano all'arrembaggio: i Genovesi saltavano sopra quelle de' Pisani, e questi gett.avansi sopra le navi nemiche : intorno ai legni gorgogliava sanguinosa la spuma, che rotolava cadaveri, lance, arnesi, frantumi di macchine; fra gli urli de'combattenti e i gemiti de'moribondi, udivasi la voce de'capitani che incitavano a pugnare, dicendo da quella battaglia dipendere la vita o la morte del Comune. La capitana di Albertino Morosini era da ambo i lati tempestata dalla capitana del Doria e da una galera del Finale. I Genovesi vincono ogni resistenza, vi saltano sopra e continuano la battaglia sul ponte. Quando ecco l'albero maestro, abbattuto dai loro colpi, cade giù, seco traendo il gonfalone di Pisa. A questo spettacolo si perdono d'animo i Pisani, si rinfrancano i Genovesi; ma la pugna non cessa se non quando, sopraggiunta la notte, il Conte Ugolino e lo ammiraglio Saracini con le misere reliquie della gran flotta, si salvano fuggendo al più prossimo lido. I Pisani ebbero cinque mila morti, e lasciarono in mano de' Genovesi undici mila prigioni e ventotto galere ; sette furono inghiottite dal mare.
      L. È questa la famosa battaglia, che dall'isola presso la quale venne combattuta, fu detta della Meloria: battaglia fa-


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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