Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
LIBRO SESTO.
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talissiina alla potenza di Pisa. D'allora in poi quel grande e fiorente Comune non solo cessò di dividere lo imperio del mare con Genova e Venezia, ma andò sempre adulterando il suo civile ordinamento, e fini col perdere la indipendenza. Genova intanto trionfava della vittoria che anco a lei costò tanto sangue, ed agognava a compiere lo sterminio della rivale. I Guelfi di Toscana con vigliacca crudeltà vollero anche essi giovarsi di queir immenso disastro per fare predominare in Pisa la parte loro, la quale, quantunque negli anni decorsi avesse, mercè gli sforzi di Carlo d'Angiò, migliorate le proprie condizioni, era tuttavia oppressa da parte ghibellina. Non è noto da chi primamente muovessero le pratiche, ma è certo che Firenze e Lucca collegaronsi con Genova a fine di aggredire per terra e per mare i disastrati Pisani. A cotesta lega si aggiunsero le principali città della Toscana, tranne Arezzo dove prevalevano i nobili. Appena i mercatanti fiorentini si furono allontanati coi loro traffichi da Pisa, un esercito entrò nel territorio pisano dalla parte dell'Era, mentre i Lucchesi lo invadevano da quella del Serchio, e nel tempo medesimo una flotta genovese assaltava il porlo. I Pisani concentrarono tutte le loro forze nella città per difenderla ; le varie castella erano bene munite e fecero resistenza, tranne poche che caddero nelle mani degl' inimici. Dicesi che il Conte Ugolino fosse se-cretament.e d'accordo coi collegati; ma non potendo tale manifestarsi in una città nella quale il popolo minuto da tempo immemorabile era Ghibellino, fece convocare un numeroso consiglio di anziani, senatori, capitani, consoli del mare, consoli delle arti, di quanti, in somma, erano nella città uomini cospicui, perchè provvedessero alla salvezza della patria. Favellò egli primo fra tutti, e con artificioso ragionamento consigliò la necessità di pacificarsi coi Guelfi, e in ispecie co' Fiorentini. Surse ad oppugnarlo Giovanni Faseolo dimostrando l'utilità che aveva sempre tratta il Comune dal mantenersi fido allo Impero, e concluse essere sopra ogni altra cosa necessario concordare con Genova e riavere i prigioni. Accolta la opinione del Faseolo, spedironsi ambasciatori a Genova : ma i Genovesi dopo lungo discutere deliberarono di tenere in perpetuo carcere i Pisani. La qualStoria dei Comuni italiani. — 2. 9
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