Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO SESTO.
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      glisi pronto ad armarsi in sua difesa ; il suo fratello era per (ino uscito con lo stendardo del popolo e s'era fermato presso Orsanmichele a pochi passi dal palagio de'Signori. Giano tentennava, abboriva dal farsi cagione che il sangue cittadino lordasse le tumultuose vie della patria diletta, e disperando di ottenere giustizia da'magistrati, o vili o congiurati a suo danno, accolse il consiglio de'Magalotti. Erano costoro parenti di Giano e riputatissimi fra'popolani, ma invidiosi della fama e autorità di lui, e giovandosi del destro, adesso lo ósortavano ad assentarsi per breve tempo dalla terra. 11 dì 5 di marzo lo intemerato cittadino uscì di Firenze, ma portava nel cuore la ferma credenza che il popolo, accortosi dello inganno, lo avrebbe richiamato e rimesso in istato; e' s'ingannava, imperocché non guari dopo venne condannato nell'avere e nella persona. La sua casa fu rubata e mezzo disfatta. Egli esulò in Francia dove morì.
      LV. Mancato lui, mancò'al popolo il più valido'soccorso, mancò il vero difensore, lo affettuosissimo padre. I suoi aulici, e perfino coloro clic ammirandolo 10 difendevano, furono segno alle persecuzioni di quei che reggevano la cosa pubblica. Il Pecora beccajo. che ciarliero o bugiardo uomo era, millan-tavasi, ed arringando spesso in consiglio, diceva egli esser colui che aveva liberati i buoni cittadini dal tiranno Giano. I grassi tornarono all'antica superbia, e invece di consolidarsi con un reggimento giusto e temperante, ricominciarono a calpestare le leggi. Per farlo impunemente chiamarono da Padova un podestà, uomo abietto, crudo, e alle voglie loro prontissimo. Egli e i suoi ufficiali violavano con tali e tante enormezze la giustizia, che, non potendolo più i cittadini sostenere, capitò male. Dalle confessioni strappategli con la tortura seguì assai vergogna e pericolo a molti, e infamia non poca a'Signori. Avendo in tal modo il popolo minuto perso ogni rigoglio e vigore, gli artefici furono esclusi dagli ufficii che rimasero poi sempre in mano de'popolani grassi, i quali tendevano a formare una specie di aristocrazia mercantile. I magnati, con lo aiuto dei quali i popolani s'erano insignoriti dello stato, provaronsi di scuotere la insopportabile soma degli Ordinamenti della Giustizia. Credevano che con la caduta di Giano


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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