Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      paresse buono purché conducesse allo scopo. Pose quindi ogni studio per acquistare la fiducia di Celestino, che fino da principio si fece conoscere inettissimo al governo della Chiesa con una serie di insensati provvedimenti ai quali veniva spinto dall'astuzia del Cardinale. Costui, meditando un gran colpo, spinse il buon pontefice a pubblicare una costituzione, in virtù della quale i papi potevano abdicare qualvolta si credessero per la salute dell'anima in necessità di farlo.
      Il Cajetano adunque, mentre non ristava dal conturbare la coscienza pusilla di Celestino, una notte, sotto mutate vesti andato dal re Carlo, dopo avergli mostrato la inettezza del papa a servirlo nella guerra di Sicilia, gli si profferse pronto a satisfarlo in tutto purché gli concedesse i voti de' suoi dodici cardinali.' Accolta la proposta, ambedue giuraronsi fede. In sul finire del 129i in solenne concistoro Celestino presentò la sua abdicazione. I cardinali, tosto entrati in conclave, dieci giorni dopo elessero ad unanimità di suffragi Benedetto Cajetano che prese il nome di Bonifacio VIII. Non ispetta a me raccontare la inumanità con che il nuovo eletto fece morire il suo predecessore. Per la morte di costui avvenuta ventidue mesi dopo — l'ombra del quale da Dante viaggiando sotterra fu veduta fra gli scioperati per avere vilmente fatto il gran rifiuto2—Bonifacio sentendosi libero d'ogni timore,nonostante i clamori di coloro che consideravano fraudolenta e illegittima la sua elezione, volle rinnovare l'orgoglioso impero de'più potenti fra'suoi antecessori. Intimò ai principi cristiani si apparecchiassero a portare le loro armi in Oriente contro gì'infedeli. Ma i re d'Europa furono sordi; dacché con la caduta di San Giovanni d'Acri gli ultimi vestigi della potenza cristiana erano spariti dai luoghi santi ; e i popoli cominciando a rinsavire raccapricciavano alle orrende stragi delle crociate. Conoscendo anche egli la fallacia di cotesta sua brama, si gettò altrove a dare sfogo alla sua irrequieta superbia. Ei si pose, più che alcuno altro antecedente pontefice, ad agitare parte guelfa. A fine di servire, secondo che erasi legalo per giuramento, Carlo II, lo fece concordare con Giacomo d'Aragona,
      1 Giovanni Villani, libro VIII, cap. fi.
      1 inferno, Canto IH.


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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