Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIIÌIIO SESTO.
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      questi andava in pellegrinaggio a Santo Jacopo di Gallizia. Il Cavalcanti, come gli fu noto il pravo intendimento di Corso, gli suscitò contro lo sdegno di molti animosi giovani di parte bianca. Un dì cavalcando per la terra con alcuni di casa Cerchi credendo che costoro lo avessero a seguire, spronò il cavallo contro Corso, al quale lanciò un dardo che andò in vano. Corso che era a cavallo in compagnia di un suo figlio e d'altri consorti e partigiani, snudato il ferro, si spinse dietro a Guido; il quale, sebbene non fosse raggiunto, fu ferito in una mano da'sassi che gli piovevano dalle finestre. Scene siffatte erano quotidiane. Gli uomini di un partito non potevano incontrare quelli dell'altro senza pericolo di venire alle mani; la pubblica sicurezza era sparita, lo assassinio era divenuto un trastullo in voga; i buoni amaramente ne gemevano.
      Le provocazioni dei Donati travarcavano il segno. I Cerchi, quantunque non si muovessero, gli minacciavano con l'amistà de'Pisani e degli Aretini, imperocché sebbene ambedue le fazioni si chiamassero Guelfe, i Bianchi procedevano meno avversi ai Ghibellini. Onde dai Neri erano accusali come traditori della patria e tanto infamati, che mossero il papa ad immischiarsene. Papa Bonifazio, istigato dagli Spini suoi mercatanti ovvero banchieri, spedì a Firenze Frate Matteo d'Acquasparta cardinale Portuense col mandato manifesto di pacificare i cittadini, ma con secreti ammonimenti di abbassare lo stato de'Cerchi. Vi giunse nel giugno del 1300, pretese di volere riformare il reggimento a suo arbitrio e a satisfa-zione de'Bianchi e dei Neri; assentivano questi, negavano quelli essendosi accorti dello intendimento del simulato paciere. La Signoria, fra la quale sedeva Dante Alighieri, togliendo cagione di un tumulto suscitato la vigilia di San Giovanni, col consiglio di varii savi cittadini confinò i più turbolenti capi di ambedue le fazioni, i Neri a Castel della Pieve, i Bianchi a Sarzana. Ubbidirono i Bianchi, fra'quali era compreso Guido Cavalcanti; Corso Donati co'suoi colleghi non si voleva partire, perocché avendo fatta congiura consenziente il Cardinale, aspettava che i Lucchesi invadessero il territorio fiorentino; ma la signoria scrisse loro minacciose lettere perchè non ardissero muoversi, e non si mossero. La spe-


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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