Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      uomini non assuefatti alle armi; provvedeva alla cosa pubblica, ma il suo operare era fiacco; se faceva più vigorosi provvedimenti non aveva modo di mandarli ad esecuzione; il braccio della giustizia era inerte; la città pareva senza capo; gl'iniqui susurravano, si affaccendavano, studiavansi per ogni verso di far nascere qualche tumulto per servire di pretesto alle stragi che essi in cuor loro anelavano. I buoni, scuo-rati, gemevano; i vigliacchi facevano sconci e vergognosi parlari affermando che ormai sotto la protezione di un sì grande e valoroso principe potevano dormire tranquilli i loro sonni.
      LXII. Carlo non era uomo da patire scrupoli di promesse e di giuramenti. Era venuto in Firenze per rappresentarvi la parte di Giuda, ma voleva evitare la sorte dello sciagurato apostolo, e cogliere amplissimo frutto de'tradimenti suoi; e però tentava ogni mezzo perbene incominciare. Chiese le chiavi delle porte d'Oltrarno, donde furono levati i Fiorentini che vi stavano a guardia, e messi i Francesi, dopo che, a vincere la ripugnanza della Signoria, il maresciallo di Carlo ebbe fatto sacramento di tenere quel sestiere pel Comune. La notte stessa fu commesso il primo tradimento che fu come il segnale di tutti i mali. Corso Donati, che era bandito, fu introdotto in Firenze, e tirandosi dietro un codazzo di gente facinorosa cominciò a mettere in subuglio la città. La Signoria protestò contro la violata fede; ma Carlo giurò di non essere consapevole della entrata di Corso, e rigiurò che lo avrebbe fatto impiccare; che anzi a prevenire ogni disordine ed avacciare il ristabilimento della pace chiese che i capi delle due fazioni gli venissero posti nellemani. I priori prestarongli fede, intimarono ai principali de'Bianchi e dei Neri si appresentassero al principe. Andarono trepidanti gli uni, pieni di fiducia gli altri. Venuta la notte, Carlo rimandò liberi i Neri, ma ritenne in dura prigionia i Bianchi trattandoli come gente ladra e micidiale. Ed era tempo che il velo si lacerasse e che anco gli occhi de'più creduli conoscessero il pravo intendimento del Francese. I priori fecero sonare a stormo la campana; nessuno vi accorse ; i più ricchi rinchiudevansi ne' loro palagi e preparavano le difese; abbarravansi le vie; il popolo minuto non osava uscire dalle case; i congiurati videro arrivato il momento di


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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