Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

Pagina (122/507)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      LIBRO SESTO.
      121
      operare, e audacissimamente operarono. Corso Donati, andato alle prigioni e, rotte le porte, ne aveva tratto fuori tutti i facinorosi inanimandoli a mal fare. I Neri, non ritenuti da nessun freno, si spargono per tutta la città, assaltano le case, appiccano fuoco, ammazzano, rubano, distruggono e non si saziano dell'orgia sanguinosa — fatta gridando i nomi di Santa Chiesa e della Casa reale di Francia — se non dopo sei giorni. Fra cotesto nefando baccano il prode Carlo di Valois stavasi tranquillo come nulla fosse; di quando in quando, come egli vedeva un incendio, chiedeva che fuoco fosse quello, e i suoi cortigiani gli rispondevano ardere una capanna quando era un ricco palazzo.1 Nè il turbine del male percosse la sola città; il contado anch'esso ardeva per ogni parte, e cadevano a terra amenissime ville, e guastavansi ridenti giardini.
      1 priori frattanto lacrimando per così empio strazio chiamavano mercè a molti potenti popolani pregandoli per Dio avessero pietà della patria : ma pregavano invano, e però lasciarono il priorato. ' Il dì 11 novembre, cioè scorsi i sei giorni stabiliti a rubare, furono creati i nuovi priori tutti di parte nera e pessimissimi popolani, i quali tosto decretarono che i priori vecchi non si potessero in nessun luogo e sotto verun pretesto adunare, pena la testa. Fu eletto potestà un certo Cante Gabrielli d'Agobbio, degno ministro della crudeltà ed avarizia di Carlo.
      LXIII. Se avessi il necessario spazio, io vorrei minutamente pennelleggiare il tenebroso quadro delle scelleratezze commesse nei cinque mesi che lo augusto paciere rimase in Firenze per sanarle le piaghe a nome di Santa Chiesa. Il nuovo reggimento cominciò a fare rigorosissima inquisizione. Senza referto di spie, i più spettabili cittadini venivano presi, e come rei, multati con gravissime pene pecuniarie, e gettati in carcere e collati perchè rivelassero il luogo dove avessero riposto i tesori. I capi guelfi, e in ispecie i Bostichi, di proprio arbitrio mettevano le mani addosso ai pacifici uomini e gli torturavano. Le sfrenate soldatesche manomettevano le vergini, non arrestandoli né anche la santità de'luoghi, ed
      1 Dino Compagni, libro II.
      2 Ibidem.
      Stona dei Comuni italiani. — 2. Il


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

Pagina (122/507)






Donati Neri Santa Chiesa Casa Francia Carlo Valois Dio Cante Gabrielli Agobbio Carlo Firenze Santa Chiesa Bostichi Dino Compagni Comuni Corso Fra