Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIB110 SESTO.
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      avvelenato, come ne corse la voce, da due cardinali corrotti da Filippo il Bello, il quale temeva il santo uomo non' gli chiedesse rigoroso conto del sacrilego attentato dal re commesso contro Bonifacio VIII, che, nonostante tutti i suoi immani peccati, era pur sempre, nell' opinione del popolo, Vicario di Cristo. La morte di Benedetto XI fu di grave detrimento per la pace, e cagione ai inenarrabili danni al pontificato.
      LXVI. In Perugia i cardinali si chiusero in conclave. Erano venticinque e divisi in due fazioni, ciascuna avente per capo un Cardinale degli Orsini. Per Matteo Rosso Orsini parteggiavano i bene affetti a papa Bonifazio e ai Guelfi. Napoleone Orsini capitanava tutti i fautori dei Colonnesi, di Filippo il Bello, e i Ghibellini; ed era con lui il cardinale Niccolò da Prato. Gli scrutimi si avvicendavano, e in parecchi mesi nessuno dei due capi aveva potuto'raccogliere le voci bastevoli ad essere eletto. I Perugini già minacciavano allorquando il Cardinale di Prato consigliò il partito di eleggere un oltramontano, Furono proposti tre prelati francesi; e a capo della lista era il nome di Bertrando di Gotto arcivescovo di Bordeaux. Il re Filippo il Bello, appena gli fu por lettore del Cardinale Niccolò nota la proposta, partitosi per la Guascogna, mandò ad invitare lo Arcivescovo ad un colloquio in un bosco presso San Giovanni d'Angely. Bertrando aveva cagione d'essere avverso al re di Francia e al suo fratello Carlo di Valois. Come furono insieme, Filippo con cortesi parole cominciò a raumiliarlo, lo esortò a deporre ogni antico rancore, e gli rivelò stare in lui di poterlo far papa purché con sacramento gli assentisse sei cose che era per chiedergli, cioè riconciliarlo con la Chiesa; ricomunicare i complici dell'oltraggio fatto a papa Bonifacio ; disfare e annullare la memoria di cotesto papa ; dare al re per cinque anni tutte le decime del reame; rendere la dignità cardinalizia ai due Colonna. La sesta cosa l'avrebbe rivelata a suo tempo. L'ambizioso prete rimase siffattamente abbagliato dinanzi allo splendore della promessa tiara, che avrebbe anco venduta l'anima sua : però senza considerare lo abisso nel quale stava per precipitare sè e la Chiesa, si gettò a' piedi di Filippo il Bello e gli giurò sul-l'ostia santa di non avere altra volontà che quella del suo


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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