Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

Pagina (132/507)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      LIIÌRO SESTO.
      131
      porgendo speranza di bene, fece nascere universale entusiasmo.
      LXVIII. La venuta di Enrico avrebbe potuto recare immenso bene alla Italia se le fazioni fossero state mosse da spirito patrio, se fossero state più temperanti e savie. Ma il bene non volevano, e in ispecie i Guelfi, che erano abbacinati da quella falsa larva di libertà, la quale altro non era che tirannide di plebe, o sfrenata e sospettosa signoria di soldato o di demagogo. I Ghibellini che della elezione di Enrico esultarono e risorsero pieni di fiducia, non solo volevano tornare in istato, ma desideravano faro la Italia una e forte riaffacciando il gran concetto di Federigo e di Manfredi, che era quello di rialzare il vetusto seggio imperiale in Roma. Cosiffatta idea forse non avrebbe avversata Filippo il Bello, al quale sopra ogni cosa importava che la sedia pontificia rimanesse perpetuamente in Francia docile mancipio de' re francesi ; e quindi non avrebbe veduto sinistramente formarsi in Italia un forte principato che svellesse dalle radici la potenza papale nello italico suolo. Se non che egli ciò voleva a beneficio de'soli Angioini di Puglia, i quali ambirono sempre, ma non ebbero mai animo nè senno d'insignorirsi della intera penisola. Ma troppe e troppo stemperate erano le passioni che inducevano a farneticare tutte le menti. La voce dei dabbene e savii uomini1 andava perduta fra' clamori delle insane moltitudini ; i retti intendimenti erano frustrati da' raggiri degli spiriti tristi e facinorosi. Le condizioni della Italia erano gravissime, e richiedevano il poderoso braccio di un grande ed assennato guerriero che con la forza e la prudenza le volgesse al bene.
      In quasi tutta Toscana reggeva il partito Guelfo; e in que'Comuni dove i Ghibellini erano tuttavia potenti, eransi fatte leggi tali che facessero predominare lo spirito democratico sopra lo aristocratico. In tutti, fra i continui e repentini mutamenti, fra le frequenti e scambievoli guerre, fra i perpetui conflitti cittadineschi, la democrazia afforzandosi, faceva maravigliosamente prosperare ogni arte utile o gentile. Se
      1 II concetto dei veri patrintti d'Italia è mirabilmente espresso nelle Epistole di Dante. Vedi le suo Opere Minori.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

Pagina (132/507)






Enrico Italia Guelfi Ghibellini Enrico Italia Federigo Manfredi Roma Filippo Bello Francia Italia Angioini Puglia Italia Toscana Guelfo Comuni Ghibellini Italia Epistole Dante Opere Minori Vedi