Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
• 1 7tiSTORIA DEI COMUNI ITALIANI.
qualche cittadino recava alle sue mani il reggimento della cosa pubblica, il popolo, geloso sempre del proprio potere e diritto, in un lucido intervallo, con un solo colpo rovesciava dal trono il tiranno la cui rovinosa caduta atterriva gli ambiziosi.
In modo diverso procedevano le cose nelle terre lombarde. Sul cadere del secolo decimoterzo parevano tutte invase dalla frenesia di privarsi delia libertà quasi di veste che incomodi, e sobbarcarsi al giogo di un signore. In ciascuna città, o almeno nella maggior parte di quelle, si vedeva predominare qualche famiglia, qualche capitano, qualche capo-popolo e regnare colle vecchie arti de' tiranni. I popoli in un istante di furore insorgevano a nome della libertà, rovesciando il signore ; spesso ne facevano osceno e crudele governo secondo che portavano le costumanze di quei tempi; ma appena rivendicata la libertà, non sapevano fruirne; qualora non si fosse presentato da sè lo audace e scaltro uomo, lo cercavano, lo invitavano, lo stringevano talvolta ad assumere la suprema potestà dandogli ad amministrare i loro diritti con pieno arbitrio. E' sembra che i popoli non sapessero vivere senza tutore che gli guidasse. Intanto spesse volte o quasi sempre accadeva che il tiranno cacciato dal luogo di rifugio, tramasse a' danni della patria. Onde frequente era negli aspiranti alla tirannide il cangiar parte e fazione ; frequenti le guerre tra le città che sostenevano il profugo, e quelle che lo avevano espulso ; perpetue le lotte intestine. A prima giunta si giudicherebbe che la Lombardia sotto il freno di cotesti principini dovesse godere maggior pace che quelle provincie le quali eransi riordinate a reggimento popolare. E nondimeno i popoli toscani vivevano incomparabilmente più sicuri e tranquilli : perciocché in essi la forma di governo non era una miscela di varii ed opposti elementi che si rendono vicendevolmente inefficaci, ma erano fondati sopra un sistema, dirò così, omogeneo, che per essere grandemente benefico di altro non aveva mestieri che di stabilità, di guisa che, derivando il potere supremo dalle sole leggi, si rendesse incrollabile alle macchinazioni ed agli assalti di qual si fosse cittadino. Invece nella Lombardia gli stessi principi nuocevano alla fermezza dell' autorità loro.
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