Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      148 STORIA DIJI COMUNI ITALIANI.
      ranza di pace per la travagliata Italia; s'intenebrò il futuro per la parte ghibellina e per gli esuli; si consumò miseramente la pienezza dei tempi ne' quali pareva doversi compiere lo ardente voto di tante generazioni, il gran concetto che era principio e fine allo incivilimento della Italia risorgente, la restaurazione dello Impero romano in Roma, la supremazia politica della penisola sopra tutte le altre nazioni le quali andavano lentamente scuotendo le tenebre della barbarie. In tal guisa svanì per fino l'ombra della potenza imperiale tra noi; fu nulla l'autorità politica della corte papale che per settanta anni dipoi seguitò a starsi corrottissima in Avignone: ma i malefici efletti del passato conflitto, le storte idee del libero vivere, già radicate in cuore dei popoli, non dettero la quiete ai comuni, alcuni dei quali caddero, senza speranza di riscossa, sotto il giogo della tirannide, mentre i rimasti liberi, e in ispecie quei di Toscana, vissero duegento anni di vita torbida, che non pertanto negli annali della moderna Europa forma un gloriosissimo periodo di civiltà.
      Come i popoli ebbero vinta la lunga ed accanita guerra contro i nobili e domata la feudalità, e la comunione dei diritti, ingente e sublime desiderio di tutti gl'Italiani, fu divenuta un fatto, lo ingegno umano non ebbe più confini per esplicare la propria energia ; ed ecco quasi per incanto sorgere e crescere la industria, i commerci, le arti utili e le gentili, le lettere, le scienze, e in meno di un secolo pervenire a quel grado di eccellenza che i posteri rimangono attoniti a contemplare. Oggimai parrebbe impossibile, considerati i mezzi materiali e morali dei quali la mente poteva giovarsi, parrebbe impossibile, io diceva, come essa si aprisse tanti e così varii sentieri e procedesse con rapidità che ha del portento. Appena il popolo ebbe la coscienza della propria libertà, e si sentì
      abbinino credulo necessario omettere un lungo tratto dell'opera, nel quale ragionavasi minutamente della civiltà e cultura dei Comuni Italiani, tratto che può stare da se c formare un lavoro a parte , e clic avrebbe strabocchevolmente ingrossato il presente volume della nostra Biblioteca. Abbiamo anello pel medesimo motivo tralasciato quasi tutte le annotazioni. Nulladimeno possiamo assicurare i Signori Associati che per tale omissione il racconto dei fatti uon rimarrà punto interrotto e procederà regolarmente sino alla fine.
      (Nota della prima edizione, l'olig. Hai. ISo5.)


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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