Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
LIBItO SETTIMO.
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pe, cessavano le grandi aspirazioni nazionali negli animi de' popoli. Ogni comune cominciava ad esplicare una civiltà da se, consumava il proprio vigore in piccole e meschine ambizioni", lasciavasi accecare dalle emulazioni fraterne; col crescere della forza in ciascuna delle parti, scemavasi quella del tutto, voglio dire col costituirsi di ogni comune a piccola repubblica, il pensiero della Italia una, della Italia nazione veniva mancando nel popolo, e riducendosi solo ne'cervelli degli uomini letterati, i quali, impotenti a mandare ad effetto la idea, con le loro declamazioni le davano aspetto di sogno. Così la Italia nella stessa maravigliosa esistenza de' suoi Comuni andava apparecchiando quelle misere condizioni che qualche secolo dopo, esplicatosi lo incivilimento e accresciutesi le forze in quelle nazioni che nel secolo decimoquarto erano mezzo barbare, la resero preda a chi ebbe destrezza e ardimento di volerla far sua. La storia quindi di questi due secoli, sebbene nell' apparenza sembri simile a quella de'due precedenti, nulladimeno procede essenzialmente diversa, perocché agli stessi interiori ed esteriori sforzi vien meno lo scopo che le fazioni avevano fino allora tenuto dinanzi agli occhi, la ricostituzione della intera Italia sotto una suprema potestà, secondo che sopra dicevamo, o lo stabilimento della libertà popolare sotto la protezione, più nominale che reale, della Chiesa. Ora i Ghibellini altro non erano che strumenti e spesso satelliti della tirannide straniera col fine ditiranneg-. giare anch'essi le loro città; e i Guelfi solo bramavano, generalmente parlando, tenere fermo in mano il reggimento dello stato, godersi le sostanze rapite ai loro avversari, ed esercitare la tirannide popolare che è il peggiore de' flagelli con che la ira divina punisce le nazioni. Ed entrambi poi, non raffermi sopra solidi fondamenti, per far fronte al pericolo che di continuo li minaccia, implorano la tutela degli stranieri, e tanto vi si assuefanno da non potere farne senza, finché i tutori o protettori ambendo al dominio di tutta la penisola, e per le sue stesse condizioni non potendola ridurre sotto il loro giogo, se la dividono a brani come la inconsutile veste di Cristo: onde s'inizia per la misera Italia, per la ri-stauratrice o propagatrice del moderno incivilimento, quel
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