Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
LIBItO SETTIMO.
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tombrc del 1322, otto mesi dopo la elezione, il Bavaro vinse a Muhldorf l'Austriaco, e dopo d'averlo fatto prigione, lo trattò con tanta generosità che giunse perfino ad associarselo allo imperio.
Intanto che in Germania aspramente si guerreggiava, riinasta vacante la sedia papale, circa ventisette mesi dopo, cioè nello agosto del 1316, i cardinali, istigante e minacciante Roberto re di Napoli, elessero a pontefice un prelato Caorsino vescovo di Avignone, il quale assunse il nome di Giovanni XXII. Sì per la infelice fine di Enrico di Lussemburgo, che per le accanite contese in Alemagna, Roberto pareva divenuto onnipotente in Italia, e sotto quella maschera di mansuetudine, o per dir meglio, con le arti della ipocrisia di cui era solenne maestro, cominciò a ordire una stupenda trama per insignorirsi di tutta la penisola. L'ostacolo maggiore a lui pareva tolto ove gli fosse venuto fatto di tenere in perpetuo confino la corte papale nel suo ducato di Provenza. E già i cardinali, quasi tutti francesi, eransi bene assuefatti a stanziare fuori d'Italia — dacché in Italia pochi di loro avevano soggiornato — e già cominciavano a edificare palazzi sontuosissimi. L' autorità, difatti, della Chiesa in quegli anni, sebbene parte guelfa si giovasse del nome di quella per avversare lo imperatore e i Ghibellini, era quasi nulla. Tutto arrideva a Roberto; egli era sicuro dello affetto e anche della servitù de' comuni guelfi — e ingannavasi — le difficoltà tutte della impresa ei vedeva cumulate in Lombardia — e si apponeva al vero — dove i molti esercenti la tirannide e i moltissimi che l'ambivano erano pronti a mutare parte tutte le volte che Io reputassero utile, e a tradire ogni principe che non fosse disposto a preporli.e sostenerli. Papa Clemente innanzi di morire aveva nominato Roberto vicario imperiale in Italia per lo impero vacante, e nel tempo stesso questi era stato eletto senatore di Roma. Varii comuni lo avevano fatto loro signore. E quindi, mercè tutti questi titoli, che rendevano grandissima l'autorità sua, egli intendeva disporre le cose a suo prò; e lo avesse pur fatto, e gli fosse pure riuscito congiungere le disgregate membra della penisola in un grande e solo principato, egli si sarebbe acquistata gloria immortale, e adesso meriterebbe le più afTet-
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