Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
• 1 7ti STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
opinione di popoli, che mentre erano pronti a dare vita, sostanze e ogni cosa più caramente diletta per amore della libertà, non abborrivano dal farsi carnefici delle vendette sacerdotali.
La scomunica e la crociata che fu bandita, come allora spesso avveniva, non furono di alcuna efficacia. I Visconti trionfavano in modo, che il re Roberto ne rimase sgomento: onde il papa giovandosi della guerra che tuttavia ardeva fra Lodovico il Bavaro e Federigo d'Austria, si profferse a costui, pronto a pagargli centomila fiorini e a concedergli il titolo di re dei Romani purché calasse in Lombardia a slerminare i Visconti. L'Austriaco mandò il fratello Enrico; ma costui, fatto senno ed accettato dai Ghibellini un presente di fiorini sessan-tamila, fece ritorno in Germania. Se non che mentre i figli stupendamente sostenevano la paterna potenza, Matteo Visconti sentiva forte il peso degli anni. Quantunque ei non avesse mai fatto contro alla fede e alla Chiesa, protestando sempre di essere buonissimo credente, fu invaso dai religiosi terrori, e si sparse la voce che inchinasse a pacificarsi col papa. I Ghibellini ne fremevano e lo indussero a porre la signoria dello Stato nelle vigorose mani di suo figlio Galeazzo. Il misero padre, percosso da" rimorsi e recitando ad alta voce per le chiese il simbolo della fede, e protestando contro le false accuse appostegli dai suoi nemici, finì di viyerenel giugno del 1322, lasciando rinomanza di prode guerriero, di prudente ed astuto uomo politico, e il soprannome di grande, che i posteri seguitarono a concedergli poiché ebbero sperimentato più nefanda la dominazione de' suoi successori.
IV. Intanto che da tali travagli era agitata Lombardia, le cose di Roberto d'Angiò non andavano meglio in Toscana dove singolarmente dominava fortissima la sua fazione. Alla morte di Enrico, il comune di Pisa era fra tutte le Italiche città quello che era rimaso esposto a presentissimo pericolo. Emunto di mezzi per le già sostenute guerre di terra e di mare, per gì' inestimabili sacrificii fatti a sostenere la malfortunata causa di Enrico VII, scuorato, privo di consiglio, minacciato da'comuni guelfi che ardevano di distruggerlo come la sola terra dove lo spirito ghibellino mantenevasi nella sua purità mentre in Lom-
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