Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      • 1 7tiSTORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      Uguccione che da lui era stato invitato con la promessa di aprirgli una porta e metterlo dentro alla terra, come fu giunto alle mura, mentre ardeva la zuffa tra le due fazioni, irruppe coi suoi, pose crudelmente a sacco le case, disfece il reggimento, e vi lasciò un suo figliuolo a governarla. Così Castracelo che sperava avere un liberatore, trovò un tiranno, il quale ad ogni costo era mestieri abbattere ; e a questo solo pensiero rivolse tutta la sua mente.
      VI. Queste fortunate imprese di Uguccione della Faggiuola e il suo continuo minacciare costernavano acerbamente i Fiorentini, i quali essendo sudditi del re Roberto, non avevano arbitrio di fare uno di quegli sforzi di cui è capace un popolo libero ridotto allo estremo pericolo. Per porre un argine alle conquiste del capitano dei Pisani, chiesero soccorso al re Roberto, il quale dopo lungo pregare mandò loro Pietro, il più giovine de'suoi fratelli, con trecento uomini d'arme. Parve ai chiedenti, come era in verità, assai scarso il soccorso; ripeterono quindi più fervide le preghiere allo Angioino, che spedì con altri cinquecento armati un altro de' suoi fratelli, cioè Filippo principe di Taranto con Carlo suo figlio.
      La guerra intanto ardeva in Valdinievole, dove Uguccione assediava la fortezza di Montecatini che sola era rimasta in potestà de'Guelfi di Lucca e di Pistoja. I Fiorentini facevano poderosissimi apparecchi per assaltare il loro nemico, il quale dal canto suo non era stato meno operoso ad afforzarsi chiamando al campo tutti i Ghibellini. In ajuto de'Fiorentini avevano mandato uomini d'arme tutte le città guelfe di Toscana e di Romagna: comandava lo esercito guelfo il Principe di Taranto, il quale il dì 6 di agosto 1315 si mosse alla volta di Montecatini.
      I due eserciti in Valdinievole rimasero parecchi giorni senza venire alle mani; quando Uguccione. vedendosi impedito il passo delle vettovaglie in Borgo a Buggiano già preso dai Guelfi accorsi dai vicini castelli alle spalle di lui, fu costretto a ritirarsi. E già la notte del 28 agosto egli aveva levato lo assedio; ma accorgendosi che i Fiorentini lo inseguono, si rivolge, improvvisamente gli assalta, gli sgomina e ne fa spietato macello. In quella tremenda battaglia caddero morti


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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