Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
LIBItO SETTIMO.
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comuni ; i veri amatori del libero vivere erano costretti a vegliare gelosamente sopra quei demagoghi che simulavano maggiore affetto alle istituzioni democratiche; imperocché in quei tempi lo spegnere la libertà della patria si reputava non opera snaturata infame ed esecranda, ma la gloria maggiore cui potesse, aspirare un grande ingegno.
Castruccio era l'uomo che sapeva sopra tutti conoscere cosiffatte condizioni e giovarsene : nondimeno non osava aggredire seriamente i Fiorentini ; sollazzavasi a guastare i confini del loro territorio, ma teneva il pensiero rivolto a Pisa ed a Pistoia. Nell'una ei fece un secondo tentativo; ma fu più infelice del primo e fini col supplizio di coloro che erano stati da lui corrotti a tradire la patria, e con la rottura dell' alleanza tra Lucca e Pisa, la quale pose una taglia sul capo del temuto Castruccio.
In Pistoia fu più fortunato, imperocché, minacciando davvero , indusse il codardo Filippo de' Tedici che ne era signore, a vendergliela per diecimila fiorini. Il traditore nel maggio del 1325 aprì segretamente una porta a Castruccio, ne ebbe il prezzo del sangue e in isposa una figlia del tiranno di Lucca, il quale corse la terra con la sua cavalleria trucidando tutti coloro che tentarono fargli contrasto.
XI. La nuova della presa di Pistoia giunse come un fulmine in Firenze e vi sparse lo sgomento. La Signoria aveva preso al suo soldo Raimondo di Cardona, nipote del cardinale delPoggetto, quel desso che era venuto con Filippo di Valois, e avea combattuto contro ir Visconti. A lui i Fiorentini affidarono il comando di un grande esercito, e lo mandarono a Pistoia, dove Castruccio con vero intendimento di principe stava edificando una fortezza siccome aveva fatto in Lucca, non per difendere, ma per tenere in freno la terra. Giunse a Pistoia; ina Castruccio non usciva dalle mura. Cardona lo provocò in mille modi, fino a far correre un palio alle stesse porte della città, insulto di cui poco tempo dopo il Lucchese prese ampia rivincita sulla stessa Firenze. Lo esercito fiorentino ingrossava sempre; la guerra tirava in lungo, lo ardore dei soldati intiepidiva ; i giovani appartenenti alle più ricche famiglie, pagandone il favore al capitano, ottenevano di assentarsi da' luo-
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