Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
LIBItO SETTIMO.
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nuove ostilità ai Fiorentini ; che anzi andando con essi d'accordo, potevano sperare di sottrarsi agli artigli di Castruccio. E però i loro ambasciatori all' assemblea di Trento avevano offerto allo imperatore un dono di sessantamila fiorini perchè concedesse loro la neutralità, la quale cosa in quei tempi significava principalmente evitasse di visitare la città loro. Come lo seppero arrivato ai contini dello stato lucchese, gli spedirono nuovi ambasciatori ripetendo le offerte; ma Lodovico, rimandatili con acerbe e sdegnose parole, li fece prendere per via, minacciando di farli morire se il loro comune osasse fargli la più lieve resistenza. Nulladimeno come egli fu giunto dinanzi alle mura, i Pisani gli chiusero le porte in faccia, ormai deliberati di non metterlo dentro : ma furono vane parole ; i cittadini tumultuavano, facèvano clamori, ma nel cuore avevano lo sgomento e la diffidenza ; e il governo fu costretto a chiedere la pace a patti onorevoli.
11 Bavaro impudentemente li violava. E pare cosa strana, imperciocché egli in Germania godeva fama di uomo leale, onorato e mantenitore della giustizia, mentre fra noi fu perfido, sleale, ladrone, crudele. Sotto questi due differenti aspetti Io dipingono gli storici tedeschi e gli italiani, e forse, anzi certo, senza mala fede, prima pel modo diverso di raffigurare le cose ed estimare le azioni umane secondo le condizioni della civiltà ; poi perchè quasi sempre avveniva che quanto più funesti erano alla Italia i capi dello impero, tanto più benefici mostravansi per la Germania, della quale, opprimendo maggiormente gl'Italiani, credevano giovare gl'interessi e la gloria. Lodovico adunque, appena entrato in Pisa, volle perentoriamente centocinquanta mila fiorini. Il di di San Martino creò un ducato composto di Lucca, Pistoia, Volterra, e Lunigiana, e ne investì Castruccio: e questo è il primo esempio d'investitura data dagli imperatori ai principini sulle terre da costoro usurpate.
Lodovico non reputò opportuno di nulla tentare contro Firenze, la quale era strenuamente apparecchiata a resistergli. Andò quindi a Roma, e nel dì 27 gennaio del 1328 con pompa oltre ogni dire magnifica si fece incoronare da due vescovi interdetti. Ivi consumò tutto il suo tempo in certi fanciul-
Sloria (tci Comuni italiani. — 2. 15
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