Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      ITUSTOMA Ut! COMUNI ITALIANI,
      loschi processi contro Giovanni XXII, che egli fece dichiarare eretico, simoniaco, e privò del pontificato dandolo ad un frate francescano che assunse il nome di Niccolò V. Siffatte cose che dai precedenti imperatori praticale potevano avere sembianza di gravità, tolsero ogni reputazione al Bavaro; al quale per maggiore sventura mancò improvvisamente il consiglio di Castruccio.
      XIV. Il luogotenente del duca di Calabria, che al procedere dell' imperatore verso Roma era partito per Napoli, aveva espugnata e saccheggiata orrendamente Pistoia e messo in fuga il presidio lasciatovi da Castruccio. Questi,appena ne ebbe la nuova, partì con le sue milizie per la Toscana, e dopo avere sorpreso Pisa, riebbe Pistoja. Ma i travagli del vigoroso assedio con che la cinse sotto la sferza del sollione lo infermarono in modo che un mese dopo finì di vivere in Lucca. La infermità aveva spento parimente Galeazzo Visconti, che, liberato di prigione per favore di Castruccio, era corso in suo aiuto all' assedio. Non molti giorni dipoi la morte liberava i Fiorentini del flagello del duca di Calabria. Firenze si sentì esonerata di un grandissimo pericolo, e si rifece d'animo e di forze. Morì anche, "nel seguente anno, Cane Grande della Scala, signore di Verona, Vicenza, Padova, Feltre, Belluno e Treviso, tiranno al pari de'suoi colleghi, ma prode, magnifico, fermo ne' suoi propositi, mantenitore della data fede: pregi assai rari in tanta corruzione di tempi. Ludovico il Bavaro, caduto più in dispregio che in abominio degli Italiani tutti, se ne tornava in Alemagna, lasciando in iscompiglio e ridotto alla estrema rovina il partito che in lui aveva posto la somma d'ogni speranza.
      XV. Nè il partito guelfo, ancorché vincitore, poteva dirsi contento del suo capo. Il papa, abbiettamente sommesso alle corti di Francia e di Napoli, con la sua scandalosa condotta aveva tolto ogni riverenza alla dignità pontificale. Il suo Bertrando del Poggetto, cattivo guerriero e cattivissimo sacerdote, ambendo ad acquistarsi un principato in Italia, del quale Bologna doveva essere metropoli, sconvolgeva di continuo le città guelfe ; vi destò nuovi sinistri umori, arruffò la fazione e venne in abborrimento di tutti. Gl'Italiani, di qual si voglia


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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