Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBItO SETTIMO.
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      vagliati dalle guerre civili, si rivolse ai Veneziani, i quali dopo lo stabilimento dell' aristocrazia ambivano di estendere la loro dominazione in terra ferma ; e volevano vendicarsi di alcune offese fatte loro da Mastino. Nel trattato concluso il dì 21 giugno del 1336 Firenze abbandonava a Venezia tutte le conquiste clic le armi della lega farebbero sui comuni nemici, e per sè altro non riserbava che il possesso di Lucca, la quale avrebbe ella ad acquistare con le armi sue e a tutte sue spese. Mastino avendo ragione di temere della lega di cotesti due grandi potentati, come vicario imperiale e capo di parte ghibellina, chiese soccorso ai signori e ai Ghibellini lombardi; ma costoro che vedevano di mal' occhio il suo ingrandimento, e prevedevano le condizioni alle quali gli avrebbe ridotti la sua ambizione ove venisse secondata, non solo respinsero la richiesta, ma entrarono nella lega ai danni del potente Scaligero.
      La guerra senza alcun indugio si accese vigorosissima nella Marca Trivigiana, dove i Fiorentini avevano mandato un esercito, mentre guerreggiavano e nel territorio lucchese e nello aretino; se non che nel susseguente anno indussero o forzarono Pietro Saccone a vendere loro Arezzo. Le cose che per Mastino andavano male nella Italia centrale, procedevano peggio nella settentrionale; ei si trovò ridotto a sì tristo partito che chiese la pace ai Veneziani; i quali, avendo ottenuto lo scopo per cui avevano prese le armi, glie la concessero. Tutti i collegati fecero alcuno importante acquisto; ai Fiorentini fu riconosciuto solo il possesso di Pescia e di alcune castella in Valdinievole. Essi non seppero della pace se non quando fu loro spedita per firmarla: sdegnaronsi di vedersi sì indegnamente trattati; ma il tesoro esausto, le pubbliche e le private sciagure, il non vedere in Italia un prinepe o un comune col quale collegarsi, gli persuasero a sostenere con calma tanta umiliazione, e paghi d'essersi disimpacciati del presentissimo pericolo di che li minacciava Mastino, accettarono il trattato, che pubblicossi in Toscana nel febbrajo del 1339.
      XIX. Domato Mastino della Scala, il principe che venne in maggiore riputazione fra'signori lombardi fu Azzo Visconti.


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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