Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      • 1 7tiSTORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      Fra costoro Mastino della Scala — più non tornandogli utile il possesso di Lucca dopo che nel maggio del 1341 aveva perduta Parma, la quale poneva in comunicazione i suoi stati settentrionali con quelli di Toscana — trattò di venderla ai Fiorentini o ai Pisani. Tale mercato, che ai dì nostri farebbe rabbrividire come atto nefando, fu concluso con esultanza di tutti i Fiorentini, i quali per l'utilità del Comune pagavano duecentocinquanta mila fiorini. I Pisani che per non potere offerire così alta somma non ebbero Lucca, tremarono per la propria salvezza, dacché se a stento avevano fino allora potuto resistere alle continue aggressioni di Firenze, adesso non vedevano modo a sottrarsi da quella, che estendendo il suo dominio fino a Lucca li circondava da ogni parte. II consiglio generale raunatosi in duomo votò ad una voce la guerra; nella quale a'Pisani si congiunsero gli esuli fiorentini, i Genovesi, i signori di Mantova, di Padova, di Parma, e Luchino Visconti, il quale inoltre meditava di arrogarsi la preda e volgeva in mente disegni a danno della pisana libertà fondandosi sopra un pretesto ch'egli chiamava diritto, quello cioè di essere erede di Nino Visconti di Gallura, la cui discendenza mascolina era spenta.
      Senza indugio l'esercito pisano cinse d'assedio la città di Lucca. Con oste non meno poderosa i Fiorentini andarono nel lucchese sotto il comando di Matteo di Pontecarali Bresciano , il quale aprendosi il passo fra la linea di circonvallazione che per lo spazio di dodici miglia avevano formata i Pisani intorno alla città, vi fece entrare cinquecento pedoni e trecento cavalieri coi deputati fiorentini, ai quali quelli dello Scaligero consegnarono la terra, che adesso egli, vedendola in pericolo, cedè per centocinquantamila fiorini. 11 dì 2 d'ottobre i due eserciti vennero a battaglia, nella quale il fiorentino fu finalmente sconfitto lasciando in mano degl'inimici il capitano e mille soldati. Nel verno la Signoria di Firenze faceva nuovi apparecchi per ricominciare la guerra. Roberto di Napoli, al quale ella s'era rivolta per ajuti, mandò belle promesse, impose patti, ma non fa' nulla. Per le quali cose i Fiorentini furono costretti ad un partito che in altri tempi avrebbe fatto dichiarare traditore della patria colui che avesse osato prò-


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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