Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      '187 STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      quel dì, ricorrendo la festività di Santa Anna, nelle pareti esteriori della chiesa d'Orsanmichele sventolano i gonfaloni del Comune e delle Arti di Firenze.
      XXII. Scosso il tirannico giogo del Duca d'Atene, i Fiorentini pensarono a dare nuovo ordinamento allo Stato. Non potevano ridurlo alla forma antica, imperciocche i nobili, che erano stati parte precipua nella cacciata del tiranno, non avrebbero di leggieri consentito di ricadere nella oppressione, per liberarsi dalla quale avevano sconsigliatamente inalzato il Duca. Oltredichè il popolo, che sovente mostrasi ingrato verso i suoi protettori ma ne'subitanei moti sempre sente gratitudine dei beneficii ricevuti, non inchinava a preporre al governo l'aristocrazia popolana che tanto disonestamente nelle recenti guerre l'aveva amministrato. La balìa che fu chiamata a riordinare il Comune, divise la città in quattro quartieri, chiamandoli con quel nome che serbano fino ai giorni nostri; riconobbe due soli ordini di cittadini, cioè nobili e popolani, e volle che la Signoria fosse eletta per duo terzi fra il popolo e un terzo fra la nobiltà; ed abolì gli Ordinamenti della Giustizia sottoponendo i magnati alle leggi e ai tribunali comuni.
      A siffatto ordinamento fece plauso tutta la cittadinanza e sperava che per quello non avessero a ridestarsi le malaugurate fraterne contese. I nobili invece, come videro rotto il rigoroso freno che per tanti anni gli aveva fatti tollerare nel civile consorzio, reputaronsi bastevolmente forti per vendicare quelli che essi chiamavano oltraggi patiti da loro. Tuttodì seguivano molti maleflcii, e il reggimento, del quale essi erano parte, non trovava modo di punirli secondo le leggi. La tracotanza loro giunse a tale estremità che, circa due mesi dopo la caduta del Duca d'Atene, il popolo insorse e cacciò i nobili che sedevano al governo dal palazzo della Signoria. Allora si scisse di nuovo la cittadinanza in due fazioni. Andrea Strozzi per la parte dei nobili cercò di fare resistenza ai popolani aizzando contro loro la minuta plebe, e chiamando aiuti di fuori; mentre i Medici sommuovevano il popolo,il quale forzò i suoi nemici a cedere, astenendosi dalle usate carnificine e devastazioni; solo spianò ventidue palazzi appartenenti ai Bardi e consorti i quali non avevano voluto arrendersi.


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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