Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
LIBRO SETTIMO. 199
iladini a mutar vita, persistevano con impudenza ad empire di scandali e disonestà il paese. I padri loro nondimeno approvavano il sacro oratore, e trascinati anch' essi dallo universale entusiasmo l'incitavano a riprovare il vizio senza ambagi e senza riguardi per nessuno. Laudando egli le umane virtù, esaltava sopra tutte lo amore del libero vivere, e rinfacciando ai tiranni la usurpata potenza biasimava la viltà dei popoli che si lasciavano brutalmente imporre il giogo. Il popolo concitato da coteste predicazioni, prese le armi e sul finire di maggio, capitanandolo lo stesso frate Jacopo, corse ad assaltare la prima bastita degl' inimici. I Tedeschi che la guardavano furono costretti a cedere; si arresero quindi i presidii che custodivano l'altre due. I Pavesi, inanimiti dalla prospera fortuna, predarono nel Po parecchie barche appartenenti ai signori di Milano, e tornarono vittoriosi alla città celebrandone la liberazione.
XXX. Nò di questa onorevole impresa fu contento il frate; aveva liberata la patria dai tiranni di fuori, ma libera non poteva dirsi se egli non la disimpacciava da quei di dentro. E però con intelligibili accenni dal pergamo declamando contro la tirannide in generale, indicava i tiranni del suo Comune. I Beccaria previdero ,Ia gravità del pericolo, e deliberarono spegnere il terribile predicatore; ma il popolo per porlo in sicuro da' tradimenti gli diede una guardia che lo accompagnasse dovunque. Frate Jacopo allora non si sentì tenuto a usare circonlocuzioni, e cominciò con più tremenda eloquenza a descrivere le iniquità passate e presenti di quella famiglia, esortando i Pavesi a scuotere sì indegno giogo; e dal pergamo chiamò a nome venti cittadini che trovavansi fra gli astanti e gli nominò capitani del popolo, dando loro lo incarico di formare venti compagnie di militi; e il popolo, finita la predica, approvò ciò che aveva fatto l'oratore. Così iu compiuta in Pavia una vera rivoluzione, e i Beccaria senza sangue tro-Varonsi spodestati.
Arsero di sdegno, tentarono di fare assassinare il perturbatore o con l'inganno o con la forza ; ma perchè tutte le trame loro riescivano a vuoto, rappacificaronsi coi Visconti, e invitandoli a mandare soldati, promisero di aprire ad essi le
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