Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
LIUIIO SETTIMO.
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in Milano, gli fece istituire in Vercelli da'superiori del suo ordine un processo, e lo seppellì in fondo ad un carcere del suo convento, dove lo lasciò spietatamente morire. I Visconti eressero una fortezza in Pavia, e per tenere in pace gli scuorati popoli, li spaventavano con. frequenti ed orribilissimi supplizio Uno de'fratelli trascese all'atroce impudenza di pubblicare editti, nei quali si prescriveva il modo di martoriare i rei di crimenlese, la qualità dei tormenti, quanti giorni dovessero durare: mirabile documento della efferata e feconda immaginativa di cotesto principe, anche esso regnante per la grazia di Dio.
XXXI. Dopo la espugnazione di Pavia, Bernabò Visconti pensò di ridurre Bologna sotto la sua immediata dominazione. Vi signoreggiava Giovanni Visconti da Oleggio, al quale i tiranni di Milano erano stati costretti a cederla per virtù d'un accordo che l'altro aveva fedelmente osservato. Ma come adesso si vide aggredito dalle armi di Francesco d' Este capitano dei Visconti, disperando di serbarla, divisò venderla ai Fiorentini e perfino allo stesso Bernabò; ma tornate vane le pratiche, la cede per una gran somma di pecunia al Cardinale Egidio, che inoltre gli diede la città di Fermo e il titolo di marchese. E perché, non ostante cotesto mercato, Bernabò seguitava ad assediare Bologna, il papa sotto gli usati pretesti d'offesa alla fede cattolica e all'autorità della Chiesa, lo scomunicò, e assoldò nel tempo stesso schiere di Ungheri, le quali cacciarono dal territorio bolognese le milizie viscontee, e commisero incredibili enormezze anco contro gli stessi popoli amici. Bernabò dal canto suo spedi in Germania il Conte Landò ad assoldare nuove genti, con le quali avendo invano ritentata la impresa di Bologna, fu da una sconfitta costretto a cederla al papa. Col quale, per altro, Bernabò non ebbe pace; anzi un nuovo insulto si fece cagione di maggiori ostilità.
Innocenzo IV aveva scritto minacciose lettere a Bernabò e gliele aveva mandate per due abati benedettini. Il tiranno come l'ebbe lette, senza dare segno di turbamento, con gran calma chiese ai nunzii se volessero bere o mangiare. E poiché coloro, temendo d'essere gettati nel fiume, risposero non aver sete, Bernabò li costrinse a mangiare le papali cartapecore
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