Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
'205 STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
lacchi e di altre barbariche genti che militavano al soldo di ambe le parti belligeranti. GÌ' imperiali aggredirono lo esercito dei Visconti presso Mantova, ma non valsero a cacciarli da un solo luogo; clic anzi dopo d'essere stati aspramente travagliati dalle soldatesche di Giovanni Aguto, corsero pericolo di rimanere allogati dalle acque del Po, gettate loro improvvisamente addosso dagl'inimici. I Visconti, che non erano usi a adoperare le sole armi, conoscendo che fine precipuo di Carlo era smungere danari dai popoli amici e dagli inimici, sì con le promesse che con le minacce, come avevano con l'oro comperati i rapaci capitani di ventura, così corruppero la venale anima dell' imperatore. Il quale, a sbalordimento di tutta Italia e a grande ira dei collegati, concluse un trattato di pace coi Visconti, disciolse lo esercito, e scortato da'suoi fedeli, si avviò alla volta della Toscana.
XXXIII. I Lucchesi che da ventisei anni sostenevano la signoria de' Pisani, aprendo il cuore alla speranza di redimersi in libertà per la venuta di Carlo, al quale sapeano di essere bene affetti, lo incitarono a recarsi fra loro. Dominava già da quattro anni in Pisa col titolo di doge Giovanni Agnello, il quale trattò con l'imperatore per ottenere la conferma della potestà e del titolo da lui con lo inganno usurpati. E Carlo, il quale d'altro non aveva sete che di pecunia, assentì alla richiesta d'Agnello, promettendo di farlo vicario imperiale purché questi gli consegnasse Lucca, come fedelmente ei fece nell' agosto di quell'anno. Ma nel"conferirgli dinanzi al ragunato popolo in Lucca la dignità, uno dei palchi rovesciò e Giovanni Agnello si ruppe una coscia. I Pisani a questa nuova insorsero, fugarono le guardie del doge, riordinarono il Comune secondo le antiche leggi, richiamarono gli esuli; e Agnello che giaceva in letto a Lucca, fu costretto o consigliato a deporre la signoria.
Carlo, avuta nelle mani la città di Lucca, pensava a tenerla per sé, come luogo sicuro e bene adatto alle operazioni mercantili che rivolgeva in mente. Intanto gli si presentarono gli ambasciatori dei Sanesi, i quali travagliavansi in sanguinose discordie. Alla oligarchia dei Nove, che, tredici anni innanzi alla prima discesa del Boemo, era stata spodestata , succe-
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