Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
'206 STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
inani egli teneva impegnata la sua corona, invece di promettere o supplicare assoldavano gente per difendere le loro libertà. Per la qual cosa Carlo allora non volle insistere, e dopo di essersi recato e rimasto pochi giorni in Siena, prese la via di Roma.
Quivi gli era mestieri placare il Pontefice con lui cupamente sdegnato a cagione del vergognoso trattato dianzi concluso coi Visconti. Onde è che Carlo gli mostrò la più umile riverenza, tenendogli la briglia da Porta Angelica fino al Vaticano. E Urbano godeva vedendo il capo dello Impero dargli tali grandi testimonianze di sommissione al cospetto del popolo romano ; il quale quantunque avesse accolto con dimostrazioni di riverenza e di affetto il capo della Chiesa, non molto tempo dopo cominciò a mutar modi e contegno si che lo indusse a tornarsene in Avignone, disperato di governare i Romani, i nobili perchè erano tornati alle vecchie prepotenze, la plebe perchè da Cola di Rienzo in poi sognava sempre di essere governata da un tribuno.
XXXV. Sul cadere di dicembre Carlo ritornò a Siena, e la trovò più che in addietro sconvolta dal tempestare delle fazioni. Ed avendo promesso al papa di vendergliela insieme con alcuno altre città della Toscana, si pose ad arruffare maggiormente le cose congiurando coi malcontenti contro i Riformatori che reggevano lo Stato. E primamente chiese che gli si dessero nelle mani cinque castelli, e che i gonfalonieri e le milizie cittadine gli prestassero sacramento di fedeltà ed ubbidienza. Il consiglio, avanti al quale fu recata la proposta, sdegnosamente la respinse. Allora l'imperatore istigò le fazioni con lui congiurate a prendere le armi ed assaltare la signoria. Mentre il popolo tempestava intorno al palazzo comparve Carlo alla testa delle sue schiere, con le quali erano congiunte quelle della Chiesa capitanate dal Cardinale di Monteforte, da lui chiamato da Bologna alfine di mandare ad esecuzione il contratto di vendita. I signori senza punto impaurirsi fecero dare nelle campane, e mandarono il capitano del popolo con le compagnie dei militi cittadini per far fronte allo sleale imperatore. Le milizie sanesi pugnarono con incredibile valore. In breve tempo, gli stranieri, parte dispersi e gran parte spenti, Cariò
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