Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIUIIO SETTIMO.
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      tantissima nella storia di un popolo. Fino dalla riforma di Giano della Bella tutti i cittadini non iscritti nel libro de'Nobili erano ammessi ai pubblici ufficii. Ma perchè era rigorosamente serbata la legge del divieto, per virtù della quale, sedendo un individuo d'una famiglia fra i Priori, i Gonfalonieri o i Buoni uomini, non poteva esservi ammesso nessuno altroché a quello fosse congiunto, gli uomini più cospicui appartenenti alle più antiche famiglie venivano in gran parte esclusi dal governo dello stato. La qual cosa provocava mali umori in tutta la cittadinanza, e rincrudiva i vecchi rancori contro i Ghibellini, ormai caduti in massimo discredito e reputati nemici delle libertà popolari dopo il consolidarsi delle piccole tirannidi sopra i Comuni un tempo liberi. Di ciò giovaronsi i Capitani di parte guelfa nel gennajo del 1358 allorquando, fattasi conferire straordinaria autorità, istituirono la legge così detta dello ammonire, la quale consisteva in questo che il magistrato ammonisse quelli fra'cittadini che.erano in voce di Ghibellini perchè non accettassero nessuno ufficio sotto pena di essere chiamati in giudizio e condannati a una multa pecuniaria e perfino alla pena capitale. Perchè un cittadino si tenesse legalmente ammonito bastavano due terzi de'suffragi de'capitani di parte, i quali con questa rigorosissima legge avevano potestà pressoché senza confini per escludere un gran numero di persone dall'esercizio de'diritti civili. Da ciò ne nacquero nuove gare, nuove ambizioni, nuovi e continui raggiri, per mezzo dei quali i più astuti e potenti cittadini tenevano nelle mani loro gli ufficii. E' fu allora che si videro sorgere e primeggiare alcune poche famiglie che a guisa de' grandi patrizii degli ultimi tempi della romana repubblica, contendevano tra loro per insignorirsi del Comune come preda serbata al più forte. Nel 1371 gli Albizzi e i Ricci mossero tali scandali che il popolo, sdegnato contro la oltracotanza loro, elesse una balìa di cinquantasei membri, la quale escluse dai pubblici ufficii tutti gl'individui di quelle due ambiziose famiglie. E la città parve per alcun tempo quietare.
      XXXVII. Il papa non molto tempo dopo dichiarava formalmente la guerra ai Visconti, e induceva tutti i Guelfi di Lombardia a ribellarsi. I suoi legati, uno dei quali stanziava
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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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