Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
LIUIIO SETTIMO.
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plauso universale propose che il Comune fiorentino si sforzasse di liberare tutti i popoli che gemevano sotto il giogo dei Legati papali, e si dichiarasse protettore della italica libertà. A tal fine era mestieri che nessuno impaurisse delle armi sacerdotali — dacché il Comune non rinnegava l'antica fede, non faceva contro a Santa Chiesa, ma contro agli ambiziosi pastori che la disonoravano — deponesse gli odii, si procurassero alleanze con tutti coloro che avevano interesse a combattere per la stessa causa, e perfino con Bernabò Visconti, il quale più che altri, benché iniquissimo tiranno, nutriva odio immortale contro i preti e i Francesi.
Approvata la proposta, fu conclusa la lega con Bernabò alla quale si congiunsero prima Siena, Lucca, Arezzo, poi Pisa. Gli Otto della Guerra che già incominciavano a dar prova dell'operosità, intrepidezza, amore di patria e di tutte quelle esimie virtù che acquistarono loro la pubblica stima, e a dispetto dei papali anatemi, il soprannome di Otto Santi, invitarono tutti i sudditi del papa nella Romagna, nelle Marche e nell'Umbria a rivendicarsi in libertà. E perchè i Fiorentini dicevano da senno e con gli incitamenti facevano profferte di armi e di pecunia, in pochissimi giorni gli Stati pontifici furono sossopra.
Prima fra tutte a inalzare il vessillo della libertà fu Città di Castello. Il popolo insorse contro le milizie papali che rimasero assediate. Per liberarle il Legato di Perugia vi spedì frettolosamente Giovanni Aguto con parte delle sue forze militari. Ma i Perugini, appena lo videro lontano, corsero alle armi, assaltarono le fortezze e le distrussero. Lo esempio produsse il desiderato effetto. In breve tempo tutte le città e le terre minori della Chiesa Viterbo, Montefiascone, Foligno, Spoleto, Todi, Ascoli, Orvieto, Toscanella, Orti, Narni, Camerino, Urbino, Badicofani, Sarteano, ribellaronsi ai legati pontificii. E i Fiorentini, generosi promotori della universale insurrezione, respingevano l'offerta di quei popoli che volevano porsi sotto la dominazione loro, desiderando più di averli liberi compagni nel difendere le libertà popolari, che sudditi pronti a scuotere, comunque mite, il giogo ove lo sentissero minimamente pesare sul collo.
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