Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
'215 STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
sero tanti ne uccisero; gli altri si chiusero nella Murata. Il Cardinale ingannò i cittadini ad aprirgli le porte, e spergiuro ai patti, fece comandamento alla straniera soldatesca di ammazzarli tutti; e a Giovanni Aguto che esitava di accorrere alla strage il cardinale insano di rabbia disse volere sangue, si uccidessero tutti, uomini, donne, vecchi, bambini. E fu vero esterminio di tutta la popolazione, e forse negli annali de'popoli moderni non è esempio di più sanguinoso macello sì che perfino la strage così detta del dì di San Bartolommco che descritta nelle storie di Francia empiè ogni cuore di spavento e di terrore, strage fatta anch'essa a onore e gloria della Chiesa, è una pallida leggenda a petto della sanguinosa scena del Cardinale di Ginevra comandante la distruzione dei miseri Ccsenati. La nuova di tanta orrenda immanità invece di atterrire i popoli destò sdegno e commiserazione ; i Perugini furono primi, e le altre città della lega ne seguirono lo esempio, ordinando che in tutte le chiese si celebrasse il funebre rito in suffragio degl' innocenti trucidati dalle barbariche masnade del papa.
XL. Poco tempo innanzi il sanguinoso fatto di Cesena Gregorio XI, venuto a patti coi Romani ed assicuratosi che lo avrebbero lietamente e rispettosamente accolto, era sul finire dell'anno 1370 approdalo a Corneto. I Fiorentini invano eransi sforzati di rendere i Romani più ardenti a difendere la comune libertà ; avevano loro offerto milizie e danari ; avevano con evidenti ragioni addimostrato che la venuta del pontefice fra loro gli avrebbe di nuovo ridotti al servaggio — cosa oltre ogni dire mirabile che il popolo di Firenze, il popolo più guelfo che fosse mai stato fra i comuni d'Italia, invariabilmente fino allora mantenutosi devoto a Santa Chiesa, adesso per la prima volta facesse senno ed avversasse ciò che la cristianità e gl'Italiani tutti richiedevano, il ritorno, cioè, della corte papale in Roma. Alla esitanza e alle vaghe parole dei Banderali romani, che costituivano il reggimento ed erano alcun che di simile ai gonfalonieri delle arti in Firenze, la Signoria rispondeva con nuovi e più caldi ammonimenti e con più ampie profferte. 11 Papa a mezzo gennaio su pel Tevere approdò a S. Paolo, e fra la esultanza dei Romani si condusse
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