Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

Pagina (218/507)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      LI13R0 SETTIMO.
      217
      fine alla guerra da essa ostinatamente fatta ai popoli italiani. Urbano concesse la pace ai Fiorentini che gli pagarono certa somma di pecunia, e li prosciolse dallo interdetto. In cotal modo la magnanima impresa, da loro dianzi promossa e patrocinata, di rivendicare in libertà e soccorrere i comuni d'Italia, riuscì priva di effetto, imperocché, come e'fu fine alla guerra di fuori, riarse più fiera e tempestosa quella di dentro. Gli Albizzi e i Ricci tornarono alle vecchie contese; gli uni congiunti alle più ricche famiglie guelfe, che chiama-vansi nobili popolani a dissimiglianza dei veri nobili che seguitavano a dirsi grandi o magnati, erano sostenute da'Capitani della parte, e per mezzo di costoro, i quali avevano illimitata autorità di ammonire, potevano escludere dagli utficii tutti i loro avversarii. Gli altri, ai quali erano collegati gli Scali, gli Alberti, e i Medici, aderivano alla fazione democratica che perpetuamente muoveva lamento contro la oligarchia, ed erano sostenuti dagli Otto, magistrato cotanto benemerito nella antecedente guerra, e che era in aperta opposizione con quello della parte guelfa. Era il mese d'aprile 1378 e prossimo il tempo in cui doveva trarsi a sorte la signoria pei due susseguenti mesi. La fazione degli Albizzi temendo non fosse tratto Salvestro de'Medici, della fazione democratica ferventissimo sostenitore, si raunò per deliberare intorno ai mezzi d'impedirlo. Lapo da Castiglionchio, inchinevole agi' impetuosi espedienti, proponeva di occupare con la forza lo Stato. Pietro degli Albizzi, senza disapprovare la cosa, volle che la esecuzione si differisse fino alla festività di San Giovanni. Intanto Salvestro de' Medici sortì gonfaloniere di Giustizia. Col proponimento di frenare la insolenza de'grandi e scemare la oppressiva autorità de'capitani di parte, nel dì 18 di giugno, ragunato il consiglio del popolo in una sala del palazzo, e in un'altra il collegio delle compagnie, propose in questo una legge che rimetteva in vigore gli Ordinamenti di Giustizia, e porgeva agli ammoniti — il cui numero era grande —modo di riavere gli ullicii e gli onori pubblici. E perchè il collegio non volle approvare cosiffatta legge, Salvestro andò nella sala del consiglio del popolo, e favellando con impetuosa efficacia lo concitò sì che si pose a romoreggiare. Benedetto Alberti affacciatosi alla fine-
      Sloria dei Comuni italiani. — 2. t9


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

Pagina (218/507)






Fiorentini Italia Albizzi Ricci Capitani Scali Alberti Medici Otto Albizzi Salvestro Medici Castiglionchio Stato Albizzi San Giovanni Salvestro Medici Giustizia Ordinamenti Giustizia Salvestro Alberti Comuni Urbano Lapo Pietro Benedetto