Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
'220
STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
pestando. La plebe, e segnatamente quei miseri che fino dal tempo del duca d'Atene chiamavansi Ciompi, si mostravano ferocissimi. Alcuno de' capi avendoli ragunati fuori le mura della città, dopo aver detto che la signoria aveva dalla Romagna chiamato un nuovo bargello, fece loro considerare il pericolo che a tutti soprastava, come quelli che erano rei delle commesse ruberie, arsioni e uccisioni, e che appena posate le armi ne sarebbero stati senza misericordia puniti. E quindi per campare al pericolo era d'uopo avere impunità de' vecchi delitti commettendone di nuovi e maggiori ; e conchiudeva essere necessario venire nuovamente ai tumulti, e fattisi padroni dello Stato, dettare tali patti e' munirsi di cautele tali da porre in oblìo il già fatto. Giurarono quindi d'insorgere la mattina del dì 21 luglio. Un giorno innanzi la Signoria ebbe indizio della congiura, e poste le mani addosso a uno de'capi, seppe tanto da bastarle per prendere opportuni ed efficaci provvedimenti. Ma perchè nelle pubbliche commozioni chi tiene il timone non altrimenti che il pilota nella furia della procella non può giovarsi di tutte le forze ordinarie dello Stato mentre le straordinarie impacciano, gli espedienti immaginati e apparecchiati dalla Signoria tornarono inefficaci, la tumultuante plebe non ebbe più freno e cominciò le usate devastazioni; e poiché le venne fatto di avere in mano il gonfalone della giustizia corse tutta la città fino a sera, assaltando, saccheggiando e ardendo le case di quanti le erano additati come nemici del popolo. Poi con subita e speciosa frenesia, per mostrare riverenza ed affetto al gonfaloniere — al quale aveva poco innanzi arse le case — e ad altri, gli armò cavalieri; ed essi dovettero subire questa strana onorificenza sotto pena di essere dichiarati nemici del popolo e sbranati.
11 dì appresso la plebe tumultuante, assaltato e preso il palazzo del potestà, spedì nunzi alla Signoria per farle sapere a che patti avrebbe posate le armi. I patti erano questi : all'arte della lana non fosse concesso di mantenere alcun giudice straniero; s'istituissero tre nuove corporazioni d'arti indipendenti da quelle che allora esistevano ; due dei priori si eleggessero da queste arti nuove, tre dalle minori e tre dalle maggiori; venissero cassi dalle liste degli ammoniti i nomi degli amici del
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