Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
'222 STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
arbitrio riordinare lo Stato. Michele di Landò, che aveva concepito l'audace pensiero di spazzare via tutti i vecchi magistrati, cacciò di palazzo anco gli Otto, arse le borse dei nomi e raunò le Arti per fare le elezioni. I nuovi priori,che furono presi fra ogni classe di cittadini e fra il popolo minuto, volendo far cessare lo scompiglio, minacciarono la pena di morte ai facinorosi. Per questo provvedimento la plebe ricominciò a tempestare, e corse minacciosa in piazza per manifestare—diceva essa — la volontà del popolo ai nuovi signori. Ma fattosi innanzi Michele, biasimò la popolana violenza e comandò ai sediziosi posassero le armi. La plebe, compresa di riverenza verso il suo gonfaloniere, non osò insultarlo, ma convenne in Santa Maria Novella e nominò un altro governo facendo provvedimenti opposti a quelli stanziati dalla Signoria, e fra le altre cose privò Michele di Landò e Salvestro dei Medici della potestà data loro, e mandò deputati per intimar loro di partirsi dal palagio de'signori. Michele, provocato dai vitu-perii che gli gettavano in faccia i nunzii della plebe, si avventò con la spada contro loro, e gli fece sostenere e porre in carcere. Poi prevedendo egli a quali estremi ridurrebbero la città i facinorosi di Santa Maria Novella se non si opponessero loro efficacissimi provvedimenti, chiamati tutti i buoni popolani che non erano volgo, montato sur un palafreno, corse contro i sediziosi, e venuto con essi alle mani, gli sgominò e costrinse a fuggire.
Come a lui parve la quiete essere ritornata, depose l'ufficio da lui con vigore e prudenza tali esercitato che il suo nome merita di essere perpetuamente ricordato fra gì' insigni benefattori della patria. Il suo vigoroso braccio bastò a infrenare il disfrenalo popolo, e nel tempo stesso a impedire il repentino scoppio di una controrivoluzione, che nascendo dalla sete di vendetta avrebbe ridotto a peggiori condizioni lo Stato. Allorquando fu tratta la nuova Signoria, sortirono i nomi di due uomini di tanto vile e infame condizione che si manifestò veemènte nei cittadini il desiderio di liberarsi di cotanta vergogna. Nella pompa solita farsi quando i Signori prendevano il magistrato, i cittadini in armi ch'erano affollati in piazza, appena videro comparire que' due vituperati fra' nuovi capi
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