Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBItO SETTIMO.
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      furono improvvisamente presi e rinchiusi in carcere Pietro Albizzi, Filippo Strozzi, Donato Barbadori, Jacopo Sacchetti, Giovanni Anselmi, Cipriano Mangioni, ed altri. Al solo Carlo Strozzi venne fatto salvarsi fuggendo. Saputasi la cosa, le Arti si posero in grande agitazione. E come i giudici, esaminati i rei, dissero non trovare argomenti per condannarli, gli artieri tumultuavano, e Benedetto Alberti protestò che o i rettori facessero giustizia o il popolo la farebbe da sè. Alcuni degli accusati, o innocenti o rei, furono decapitati. Ma la plebaglia non era satisfatta e schiamazzava attorno al palazzo dicendo volere che morissero gli altri ; e perche Cante de' Gabrielli d'Agobbio, imitando Pilato, aborriva di spargere sangue che egli giudicava innocente, la folla inferocita minacciava che avrebbe ammazzato anche il giudice insieme co' rei e con le loro famiglie. I prigioni furono talmente atterriti dalla ferina rabbia del popolo, che, disperando della propria vita, per salvare le loro famiglie, si confessarono rei di congiura contro lo Stato. Invano Cante de'Gabrielli ricusava di ammettere cotale confessione; Pietro degli Albizzi e gli altri colleghi d'infortunio ebbero mozza la testa.
      XLV. Infrattanto Giannozzo da Salerno, assoldata la compagnia degl'Italiani venturieri detta di San Giorgio, e circondato dai fuorusciti toscani, erasi mosso da Bologna. I Fiorentini gli opposero Giovanni Aguto; ma il capitano di Carlo, correndo i territorii di Siena, Lucca, Pisa e Perugia, costrinse questi Comuni a pagargli grosse somme di pecunia. Carlo di Durazzo che con le sue soldatesche aveva tenuto altro cammino; da Rimini mandò a chiedere danari alla Signoria fiorentina, la quale, come semplice segno di affetto, e non già come soccorso per la impresa del regno, secondo che il principe facendo la richiesta pretendeva, gli offrì il dono di quindicimila fiorini. A tale risposta Carlo, acceso d'ira, si avviò verso la Toscana ed occupò Arezzo. Ma perchè i Fiorentini stavano fermi, mosse pratiche d'accordo ed accettò la somma di quarantamila fiorini ; e passando per Roma, dove il papa lo incoronò sotto il nome.di Carlo III, invase il regno, espugnò Napoli, assediò la regina Giovanna, la quale dataglisi nelle mani fu da lui nel dì 12 di maggio 1382 fatta morire in carcere.


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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