Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

Pagina (230/507)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      LIUIIO SETTIMO.
      229
      XLVIir. Mentre questi domestici conflitti seguivano in Genova, i Veneziani ad altro non pensavano che a rifarsi dei danni sofferti nella ultima guerra. 11 re d'Ungheria loro terribile nemico era morto; e per vicissitudini che qui non vanno raccontate, quel regno era venuto in condizioni tali di non potere più nuocere alla repubblica. I Veneziani quindi poterono rivolgere tutto l'odio loro contro il tiranno di Padova Francesco di Carrara, del quale avevano giurata la rovina; e con tanto accanimento lo perseguirono che posero a grave pericolo la indipendenza del loro potentissimo stato.
      Per vendicarsi adunque di Francesco da Carrara i Veneziani, non volendo o non potendo muovergli guerra scopertamente o a nome loro, gli suscitarono contro Antonio della Scala. Era questi figliuolo naturale di Cane, il quale morendo nel 1374, lo aveva lasciato erede de'suoi dominii insieme con Bartolommeo altro suo figlio. La potenza degli Scaligeri non era più quella di Cane Grande il quale al principio del secolo era il più magnifico dei tiranni della Italia superiore. I Veneziani conclusero con Antonio contro il signore di Padova un trattato, per virtù del quale la repubblica, per tutto il tempo che sarebbe durata la guerra, pagandogli venticinque mila ducati ogni mese, riserbavasi il possesso di Treviso. Pretesto alla guerra fu questo. Per cupidigia di regnar solo Antonio avea fatto spegnere a tradimento il proprio fratello, e per iscolparsene aveva fatto morire fra atrocissimi tormenti tutta la famiglia dell'ucciso. Francesco da Carrara aveva pubblicamente biasimata tanta scelleratezza; e lo Scaligero chiamandolo calunniatore gli dichiarò la guerra. Sapeva Francesco o sospettava la segreta trama fra i Veneziani e il signore di Verona; per la qual cosa mandò ad esortarlo a non farsi strumento dell'altrui perfidia, a desistere dalla follia di una rottura fra due stati naturalmente amici ; la salute loro consistere nella più fedele colleganza; la caduta dell'uno dovere di necessità condurre l'altro al precipizio. Questi savii ammonimenti furono gettati al vento. I capitani, che entrambi avevano assoldati, nel giugno'del 1386, in un luogo detto le Brentelle combatterono una battaglia, nella quale rimasero prigioni circa ottomila uomini dell'esercito veronese.
      Storia dei Comuni italiani. —: 2. 20


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

Pagina (230/507)






XLVIir Genova Veneziani Ungheria Veneziani Padova Francesco Carrara Francesco Carrara Veneziani Antonio Scala Cane Bartolommeo Scaligeri Cane Grande Italia Veneziani Antonio Padova Treviso Antonio Carrara Scaligero Francesco Veneziani Verona Brentelle Comuni Francesco