Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
LIUIIO SETTIMO.
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tro, riinasto solo signore di tutta la Lombardia, guarì improvvisamente della frenesia della divozione e cominciò a mostrarsi ne'suoi veri sembianti.
11 tiranno di Milano aveva dato prove di perfidia tanta che lo Scaligero in prima non osava fidarsene; ma, istiganti i Veneziani—i quali in questo fatto mostravano meno senno che non avessero mostrato allorché spinsero il signore di Verona a rompere la guerra a quello di Padova — era per col-legarglisi allorquando Francesco da Carrara, col quale il Visconti teneva secrete pratiche, nello aprile del 1387 concluse con esso un trattato d'alleanza, i cui patti erano che, vinto l'inimico, Verona dovesse toccare al Visconti, e Vicenza a Francesco. Le armi di entrambi invasero il territorio dello Scaligero, il quale non potè resistere ad un'oste così potente, e fuggì a Venezia. Gian Galeazzo intanto non diede Vicenza nelle mani del suo alleato; pel quale era giunta l'ora fatale. Avendo saputo che il Visconti aveva senza simulazione spediti ambasciatori a Venezia a fine di stringere una lega, fece ogni sforzo per dissuadere la repubblica da tanta follia; dimostrò che la caduta di Padova avrebbe appianata al Visconti la via per condurre le sue armi fino sulle lagune. I Veneziani furono sordi, e nel marzo del l;i88 conclusero con Giovanni Galeazzo un trattato pel quale dividevansi il dominio del signore di Padova. Nè di ciò satisfatti, indussero il marchese d'Este, i Gonzaga, e il comune di Udine ad accedere alla lega. Non era possibile che contro tanta oste resistesse Francesco da Carrara; invano mandò le sue protesto contro lo sleale e scellerato Visconti a tutti i sovrani d'Europa; invano sollecitò il soccorso del duca di Baviera e di quello d'Austria; invano abdicò la signoria che dal degenere popolo fu data a Francesco Novello di lui figliuolo, sperando con questo sacrificio placare l'ostinatissimo odio dei Veneziani; si venne alle ostilità: ambidue, padre e figlio, disperando d'ogni altro argomento, munitisi di un salvocondotto, si diedero nelle mani di Giovanni Galeazzo, il quale raccogliendo per sè solo il frutto della vittoria, estese i suoi dominii fino alle sponde dello Adriatico, e le sue trame per tutta la Italia.
XL1X. Nel pensare alle strane qualità di cui era compo-
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