Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      di cinquantamila fiorini, gli proposero di assoldare quindicimila cavalli a spese della repubblica. Galeazzo dal canto suo mandò anch' egli ad offrire ricchi doni all' Arma guacco perchè desistesse dalla impresa; ma il Francese sdegnosamente li rifiutò, e nel luglio del 1391 comparve in Lombardia per congiungere il suo esercito con quello di Giovanni Aguto capitano dei Fiorentini, arrivatovi da Padova nel mese di giugno. Le soldatesche del Visconti, molto meno numerose delle forze de'collegati, tenavansi chiuse in Alessandria sotto il comando di Jacopo del Verme valorosissimo capitano. Questi con 1' «astuzia militare e con la prestezza del muoversi circondò, piombò addosso e sconfisse il conte d'Armagnacco, il quale con parte dello esercito era andato sprezzantemente ad assaltarlo in Alessandria. Il capitano francese ferito cadde nelle mani degli mimici, e poco tempo dopo morì, come si disse, avvelenato dal Visconti.
      Giovanni Aguto, che per questa imprudente impresa non aveva potuto congiungersi con le schiere dell' Armagnacco, le quali prive del loro capitano erano state costrette a deporre le armi, trovossi ridotto alle sole sue forze. E sarebbero state sufficienti a far fronte allo esercito visconteo, se non fosse stato condotto da Jacopo del Verme, il quale sopra tutti i gran capitani di quella età era espertissimo in tutti gli accorgimenti dell' arte della guerra. Con lo intendimento d'impedire la ritirata allo Aguto, come lo vide giunto nella Valle Veronese ruppe gli argini dell' Adige e improvvisamente inondò quelle immense pianure; e sicuro di avergli troncata ogni via di salute , mandò nunzii a Gian Galeazzo per chiedergli se gli piacesse meglio avere tra le mani i nemici, vivi o morti. Ma aveva da fare con un vecchio guerriero, ammassicciato nelle arti guerresche, ed oltre ogni credere animoso e audace. Giovanni Aguto, franco e tranquillo come dovesse traversare un ordinario sentiero, si spinse fra mezzo alle acque che formando una laguna non lasciavano discernere vestigio alcuno di via; e i soldati che in lui avevano cieca fidanza coraggiosamente gli tennero dietro. In tal guisa, giunto ad un castello del signore di Padova, dove potè ristorare le stanche ed affannate milizie, compì una delle più ardue ritirate di cui


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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