Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      bardia, e Giovanni Galeazzo in quelle di Toscana. Furono compresi nel trattato i collegati, fra'quali a Francesco Novello da Carrara veniva riconosciuta la sovranità di Padova con questo che pagasse per cinquanta anni un annuo tributo di mille fiorini al Visconti. Se gli àrbitri fossero stati altri uomini, e in ispe-cie se non avesse dettata la pace Antoniotto Adorno amico di Gian Galeazzo, i Fiorentini avrebbero potuto ottenere maggiori vantaggi, e scemandogli il territorio mozzare le ali alla irrefrenata ambizione del tiranno lombardo; nondimeno la Signoria fiorentina accettò e fece tosto pubblicare il trattato. Ma della osservanza dei patti chi si sarebbe'fatto mallevadore? Era nota la mala fede di Galeazzo, e se i Forentini potevano confidare nelle armi non che nelle immense ricchezze loro, non era prudente che gli altri minori potentati e in ispecie il signore di Padova dormissero sicuri sopra una futile cartapecora.
      Francesco da Carrara, quindi, dopo avere, tenute pratiche di colleganza con la veneta repubblica, deliberò di andare da sé a Venezia. In una pubblica udienza concessagli dal Doge dimostrò il comune pericolo, scongiurò il Senato a porre in oblìo le colpe ondo erasi reso reo suo padre, e implorò protezione per se e per la sua famiglia, che quinci innanzi avrebbe portato_alla repubblica la riverenza e 1' obbedienza dovuta ad una madre. Il Senato generosamente gli aperse le braccia in segno di riconciliazione e Io rimandò racconsolato e pieno di onori a Padova.
      LIII. Giovanni Galeazzo, come pel trattato testé concluso si vide costretto a posare le armi, riprese l'antico armeggìo di trame e di raggiri in tutti gli stati eh' erano obietto della sua ambizione, e specialmente nei comuni toscani. Così che tosto da tutti si riconobbe la necessità di apparecchiarsi di nuovo ad un' altra guerra che doveva'essere d'esterminio, o almeno ridurre il comune nemico a condizioni tali da non nuocere più ad alcuno. La mala prova delle armi viscontee aveva già ridato anima e speranza a quei minori tiranni, i quali erano, poco innanzi, stati costretti a collegarsi con lui più da obbedienti servi che da liberi compagni. Fra tutti Francesco Gonzaga era colui che portava odio mortale al Visconti, dal quale era stato spinto a commettere un orribile delitto


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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