Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
LIBItO SETTIMO.
211
che gli aveva tolta per sempre e irreparabilmente la pace dell' anima. Giovanni Galeazzo per gettare nella via delle scelleratezze il Gonzaga e per disimpacciarsi della moglie di costui, come quella che era figliuola di Bernabò, gli fece dire che ella era una adultera, e che egli avrebbe potuto convincersene frugando in camera della consorte, dove avrebbe trovato le lettere del drudo. Queste lettere, innegabile prova del delitto, erano state foggiate dal Visconti e fatte destramente riporre in quel luogo. Francesco Gonzaga fece mettere alla tortura il segretario, il quale per liberarsi dai tormenti confessò ciò che non era vero. L'oltraggiato sposo fece impiccare costui e mozzare il capo alla moglie, il fatto destò ribrezzo in tutta Italia : se non che siffatti macelli in quei tempi chiamavansi rigorosa giustizia. Ma allorquando il Gonzaga scoperse lo inganno, sentì tutto l'orrore della domestica tragedia e giurò di vendicarsene.
Pochi mesi dopo la pace di Genova, nella quale egli era stato compreso, simulando di voler fare un pellegrinaggio a Roma, e ritornato poi a Mantova, raunò un congresso dèi deputati della Lega Guelfa e concluse un trattato d'alleanza offensiva e difensiva con Firenze, Bologna, e coi signori di Pa- • dova, di Ferrara, di Ravenna, di Faenza e d'Imola. In tal modo costoro, sebbene la nuova lega non si dichiarasse ostile a Gian Galeazzo, scuotevano il giogo di lui, il quale altrove si afforzava di nuove e più potenti alleanze.
LIV. Da più di circa ventisette anni reggeva Pisa Pietro Gambacorti, spettabile cittadino e abborrente da ogni pensiero di tirannide. Affidavasi tutto a Jacopo d'Appiano, ch'egli, amandolo fino dalla infanzia, aveva innalzato allo ufficio di suo segretario e cancelliere perpetuo del comune. Galeazzo conoscendo la importanza dell' uomo, da lungo tempo cercava di renderselo strumento della sua ambizione. Un favore concessogli , mosse a gratitudine Jacopo, il quale non nascose più la sua devozione verso il signore di Milano. I Fiorentini, protettori del Gambacorti e della libertà pisana, più volte lo ammonirono perchè tenesse d'occhio lo Appiano; il reggitore di Pisa ridevasi di quelle vane paure e seguitava a fidare nella virtù o nell' affetto dello amico.
Sloria dei Comuni italiani. — 2. 21
| |
Galeazzo Gonzaga Bernabò Visconti Gonzaga Italia Gonzaga Genova Roma Mantova Lega Guelfa Firenze Bologna Ferrara Ravenna Faenza Imola Gian Galeazzo Pisa Pietro Gambacorti Jacopo Appiano Jacopo Milano Fiorentini Gambacorti Appiano Pisa Comuni Giovanni Francesco Galeazzo
|