Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      a memoria d'uomo non v' era stato mai scompiglio maggiore nè difetto sì grande di buoni e savii cittadini. Nanni Gozzadini e Giovanni Bentivoglio nell'ultimo anno del secolo decimoquarto, collegatisi insieme, erano rimasti capi dello Stato. Ma perchè ciascuno di loro voleva governare solo, il Gozzadini cominciò a piaggiare il popolo, mentre il Bentivoglio apertamente favoriva i nobili, e alla perline, tardandogli di venire alle mani col suo rivale, entrò in trattato con Giovanni Galeazzo, e nel febbraio del 1401 mosse un tumulto co' suoi numerosi partigiani armati, si rese padrone del palazzo pubblico e della piazza, uccise o fece prigioni i seguaci del Gozzadini, e circa un mese dopo , ragunato un parlamento di quattromila Bolognesi, si fece conferire la signoria del Comune.
      I Fiorentini nella gravità del pericolo, dissimulando il dolore che loro recava la caduta della libertà di Bologna, spedirono ambasciatori al Bentivoglio per congratularsi della sua prospera ventura ed esortarlo a continuare l'alleanza fra i due Comuni. Ma il nuovo tiranno, che non s'era voluto collegare col Visconti, aveva risposto loro, come a quello, volere rimanersi neutrale. Altro alleato ai Fiorentini non rimaneva che Francesco da Carrara; essi quindi, ancorché per secolare tradizione abborrivano di congiungersi con lo straniero, adesso disperando d'ogni altro espediente, si avvisarono di giovarsi d'un avvenimento che era seguito di là dalle Alpi.
      LIX. Lo imperio germanico era caduto in tanta abiezione che gli elettori, non sapendo più resistere ai diuturni clamori dei Tedeschi, ragunaronsi a Marburgo per provvedere a tanto male, e citarono Venceslao a presentarsi dinanzi al loro tribunale perchè rispondesse delle colpe che gli venivano apposte. Venceslao fu contumace; e gli elettori convenuti a Ransè lo privarono della corona e la posero sul capo di Roberto di Baviera elettore palatino; imponendogli fra le altre condizioni quella del restauro dei diritti imperiali nella Italia, e l'altra di annullare la investitura del ducato di Milano turpemente venduta da Venceslao a Giovanni Galeazzo Visconti.
      Roberto vide non essere" possibile compire siffatte cose senza una guerra, e mandò i suoi legati in Italia per osser-


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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