Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      '252 STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      LX. Ma Giovanni Galeazzo per la rotta data agi' imperiali non solo non aveva nulla da temere, ma trovavasi in condizioni tali da tentare nuove imprese quasi ad insulto di quei diritti e di quella autorità, che il nuovo imperatore era venuto a restaurare in Italia. Sul cadere dell' anno Alberico da Barbiano muoveva contro Bologna sotto pretesto che Giovanni Bentivoglio, avendo innanzi di usurpare la signoria di quel Comune promesso di darla al duca di Milano, non aveva poi mantenuta la promessa. Ma caduto infermo Alberico, il Bentivoglio con una compagnia di Fiorentini ricuperò le castella che colui gli aveva tolte; ed allora si collegò senza velo con essi. Nel giugno di quell' anno venne assaltato dalle armi viscontee; i Bolognesi che àbborrivano la tirannide di lui non vollero combattere, e lasciarono che Alberico forzasse il campo dei Fiorentini, e facesse prigioniero il loro capitano Bernar-done.
      Il Bentivoglio era corso a Bologna per afforzarvisi e difenderla; ma la susseguente notte i partigiani di Nanni Gozzadini e della libertà popolare levaronsi a tumulto gridando: Viva il popolo 1 Morte al Bentivoglio I ed aprirono una porta ai Milanesi. Al Bentivoglio, preso nella mischia, fu due giorni dopo mozza la testa por comandamento di Alberico.
      Strumento di questa trama era stato Nanni de' Gozzadini il quale con tutti i fuorusciti bolognesi trovavasi nel campo di Alberico da Barbiano. Il Visconti gli aveva promesso di restituire la libertà a Bologna; e il primo giorno parve volesse mantenere la fede data; ma il dì dopo la sua cavalleria corse la città tutta, e i cittadini acclamarono loro signore il Duca di Milano. Nanni de' Gozzadini, troppo tardi ravvedutosi, riprendeva l'amarissima via dello esilio.
      Lo infausto avvenimento recò grave costernazione ai Fiorentini , i quali si videro quasi senza speranza di scampo esposti alle insidie del fortunato tiranno. Chiuso loro il porto pisano, e quindi se non affatto impedito — perchè avevano quello di Motrone presso a Pietrasanta — grandemente sturbato il loro commercio di mare, impedito quello di terra per ogni lato, dacché le soldatesche dell' inimico e i feudatarii vicini che sotto la protezione di quello facevano il mestiere


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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