Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      e partigiani, e nominò un nuovo consiglio di reggenza: tanto erano tralignati i Milanesi dagli avi loro gloriosi che il desiderio di riordinare la città a governo popolare nè anche—come sempre suoleva avvenire — manifestossi in sul primo entusiasmo della insurrezione.
      Caterina, degna consorte e discepola di Gian Galeazzo, rinchiusasi col Barbavara dentro il castello, volendo far mostra di fermezza finse d'accettare i consiglieri di reggenza eletti dal popolo; e un dì avendoli invitati al castello per consigliarsi con loro, ne fece decapitare alcuni, e per atterrire il popolo ne mandò i cadaveri in piazza. E perchè le popolazioni delle città oppresse dalla tirannide viscontea, davano indizio di volere scuotere il giogo, la duchessa ai suoi capitani fece comandamento di adoperare la forza; e quei prodi uomini d'arme, obbedienti al cenno della serenissima matrona, facevano carnificine. Tali furono Facino Cane in Alessandria e Pandolfo Malatesti in Como. Le quali crudeltà non erano espedienti bastevoli ad impedire che le città si ribellassero. Lo esempio d' una irresistibilmente trascinava le altre; e in breve l'anarchia si sparse in tutto il dominio dei Visconti.
      II. Vi soffiavano dentro i Fiorentini, i quali, ammaestrati dal pericolo dianzi corso, volevano se non estirpare, almeno ridurre a condizione da non nuocere, la potenza viscontea ; e però mentre avevano persuasi a passare al soldo del loro comune alcuni dei capitani che stavansi a quello de' giovani principi, affaccendavansi a formare una poderosa lega. Precipuo de' loro alleati era il papa Bonifacio IX, il quale temendo che il Visconti non forzasse quella gran parte d'Italia, sopra la quale o direttamente o indirettamente dominava, a seguire lo antipapa francese, non aveva osato avversarlo, benché sapesse che il duca tramava per fargli perdere perfino la Signoria di Roma come lo aveva spogliato di varie altre città : adesso si mostrò prontissimo a fare guerra a morte per liberare dalla tirannide dei Visconti la Toscana e lo Stato della Chiesa. Come si seppe che il terribile Alberico da Barbiano aveva abbandonate le insegne del Visconti ed accettato il comando dello esercito fiorentino, gli antichi alleati di Gian Galeazzo ne seguirono l'esempio e si congiunsero alla lega ; e in poco tempo


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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