Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
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STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
11 governatore accolse le richieste del signore di Pisa, e fattosi consegnare Livorno e le fortezze, mandò a intimare ai Fiorentini non ardissero molestare lo stato di Pisa, il cui signore era divenuto feudatario del re di Francia. I Fiorentini per far cessare i danni che recava ai loro mercatanti in Genova il Boucicault, dopo d' avere con lui fermata una tregua di quattro anni, si diedero a domare i feudatarii degli Appennini, stati nelle passate guerre satelliti del Visconti.
Per la pace fatta col papa la duchessa Caterina erasi liberata dallo imminente pericolo di vedersi assaltata nella metropoli de' suoi domimi. Nulladimeno per volersi mostrare stoltamente crudele rovinò se stessa e stette per trarre al precipizio i suoi figli. Una mattina offrì al popolo dinanzi alla porta del duomo lo spettacolo di cinque cadaveri senza capo; i quali, comecché non fossero stati riconosciuti, destarono tanto orrore che tutta Milano insorse, assaltò il castello, prese il giovine duca e lo affidò a nuovi consiglieri. Francesco Bar-bavara si salvò con la fuga, e a Caterina riuscì chiudersi nel castello di Monza. Ma poco dopo, anche quivi repentinamente assaltata, fu presa, sepolta in carcere, e come ne corse il grido, spenta di veleno nell'ottobre del 1404. Pandolfo Mala-testi suo capitano, mentre il popolo assaltava il castello, fuggì a Brescia, e seguendo l'esempio de'suoi colleghi se ne fece signore. Così quasi tutte le città lombarde, scosso il giogo dei Visconti, obbedivano a nuovi tirannucci, i quali giovandosi della universale anarchia, avevano usurpata la suprema potestà nei comuni che avevano già perduta perfino la rimembranza del vivere civile.
III. Lo scompiglio seguito ne' dominii di Gian Galeazzo, e la imprudente condotta della sua vedova furono cagione potissima della rovina di due altri principati della Italia superiore. Francesco da Carrara, che era venuto meritamente in fama di gran guerriero e di esperto politico, aveva fatto con la duchessa Caterina un trattato, intercedenti i Veneziani, per virtù del quale gli venivano cedute Feltre e Belluno. Ma Jacopo del Verme e Francesco Barbavara, che portavano implacabile odio al signore di Padova, costrinsero la reggente a rompere quel!' accordo: per la qual cosa si riaccese la guerra;
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