Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
LIBRO OTTAVO.
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Firenze era tutta intenta alla conquista di Pisa, adesso gli riscrisse, resistesse alquanto, poiché avendo i Fiorentini comperata Pisa, erano dispostissimi a mandargli poderosi soccorsi.
Letta cotesta lettera, Francesco da Carrara ruppe ogni accordo e dichiarò di non voler cedere. Le ostilità ripresero nuovo vigore, ma gli sperati soccorsi non arrivavano; una porta della città fu proditoriamente aperta allo esercito veneziano; il Carrara, chiesto ed ottenuto un salvocondotto, andò al campo nemico, ed al capitano Galeazzo di Mantova e ai tre provveditori della repubblica offerse di rendere la terra ad onorevoli patti. Gli fu risposto che non avevano potestà di trattare; ponesse nelle loro mani la città, e riposasse sulla generosità della repubblica. Francesco consegnò Padova al capitano facendosi promettere che, ove non seguisse lo accordo, glie l'avrebbe restituita ; ed eletti ambasciatori in suo nome, e alcuni come deputati del popolo, gli spedì a Venezia. II doge non volle riconoscere gli oratori del Carrara, ma trattò onorevolmente quelli dei Padovani esortandoli a persuadere i loro concittadini di darsi alla repubblica; ed appena gli oratori furono ritornati a Padova, dove era anco scoppiata una insurrezione, i veneti provveditori presero possesso della città. Il Carrara, che poco innanzi invitato ad uno abboccamento da Galeazzo di Mantova, era andato al campo nemico, ed era stato mandato a Mestre insieme col suo primogenito, si recò a Venezia per implorare la clemenza del doge. Sostennero con rassegnazione i costui rimproveri, ma nulla ottennero, e furono posti in prigione ad aspettare la sentenza che sopra loro doveva profferire la Signoria. Il consiglio elesse cinque commissarii perchè facessero un processo. Ma in quel mentre Jacopo del Verme, andato a Venezia, persuase al consiglio dei Dieci la necessità di distruggere tutta la famiglia dei Carrara: e il misero padre coi due figli furono condannati a morire. Nè qui si rimase la proditoria crudeltà del veneto governo; promise in premio una grossa somma di danari a chi portasse vivi o morti in Venezia i due minori figliuoli del Carrara che erano in Firenze. La scellerata taglia destò tanto ribrezzo che in quei tempi, nei quali il tradimento non faceva
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