Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      '202
      STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      vergogna, non si trovò un assassino il quale volesse guadagnarsela.
      IV. I figli di Guglielmo della Scala, che da Francesco da Carrara erano stati liberati dal carcere e trovavansi nel territorio di Trento, chiedevano intanto alla repubblica l'avita signoria di Verona. La repubblica, loro protettrice, rispose mettendo a prezzo la vita loro. Erasi dichiarata sovrana de'possedimenti degli Scaligeri e di quei dei Carrara non che di tutti que' luoghi ceduti ad essa dai Visconti. Venezia era così divenuta uno de'maggiori Stati continentali della Italia, e quinci innanzi s'intromise in tutte le guerre, e senza potere ridurre la intera penisola sotto la sua dominazione, la tenne in continuo commovirfiento, e contribuì a perpetuarne la servitù, e rendere gli altri Stati italiani ognora più dipendenti dai potentati stranieri. Questo suo immischiarsi nelle cose d'Italia la indusse a mutare politica rispetto alle sue colonie; e da quel-l'epoca incomincia il declinare della veneta potenza un tempo sì temuta in Oriente.
      V. I Fiorentini avrebbero volentieri e generosamente soccorso il loro antico alleato Francesco da Carrara se non avessero in quei tempi rivolto l'animo e le forze loro a una impresa che consideravano necessaria alla libertà e indipendenza della patria. Dacché il Comune di l'isa, dopo cinque secoli di gloriosa vita, era diventato preda dei tiranni, i Fiorentini vivevano in continuo timore, così che alla perfine deliberarono di conquistarlo con ogni mezzo e in qual si fosse modo. Come di sopra fu detto, Gabriele Visconti, bastardo di Giovanni Galeazzo, per tenersi sicuro in Pisa, la cui signoria gli era stata lasciata dal padre, erasi accomandato al Boucicault che governava Genova a nome del re di Francia. Il governatore francese vedendosi in continuo pericolo come quello che era venuto in abborrimento pel suo crudele governo, pensò di procacciarsi l'amistà dei Fiorentini spianando loro la via di acquistare Pisa. Ne scrisse dunque a Gabriele Visconti e nel tempo stesso spedì un Fiorentino perchè proponesse alla Signoria come egli e il Visconti cederebbero Pisa per la somma di quattrocentomila fiorini, parte della quale il lioucicault prometteva di spendere per soccorrere il Carrara che non era


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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