Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      '265 STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      eleggere capitano del popolo con amplissima autorità, come in simigliami circostanze suole avvenire, e invece di rivolgere l'animo alla salvezza della patria, si pose a tiranneggiare, perseguitando, spogliando e spegnendo i suoi avversarli. Egli sperava di rimanere signore della sua patria sotto la protezione de'Fiorentini; ma costoro, comecché da lunghi anni portassero affetto ai Gambacorti, non vollero udire cosiffatta proposta: onde la guerra divenne inevitabile.
      VI. I Pisani, assediati dallo esercito dei Fiorentini, valorosamente si difendevano, e ad un' ora approvvigionavano la città e studiavansi di assoldare alcun condottiero. Agnello della Pergola mentre con seicento cavalli recavasi a Pisa per la via di Siena, fu improvvisamente assaltato e sconfitto; e la stessa sorte toccò a Gaspare dei Pazzi che dai dintorni di Perugia conduceva a Pisa un' altra compagnia di soldati. Allora i Pisani, disperati d'ogni soccorso, offrirono la signoria della città loro a Ladislao, che teneva in terrore la Italia meridionale. Questo Ladislao era figlio di Carlo III di Durazzo. Cacciato dal regno in età giovanile da Lodovico II d'Angiò assunto al trono di Napoli, era protetto dal papa come legittimo signore di quel regno, non perchè Bonifacio IX volesse far trionfare il diritto, ma perchè voleva punire l'Angioino il quale obbediva allo antipapa d'Avignone. Sul finire del secolo decimoquarto il partito di Durazzo, che si era venuto rialzando, insorse; e mentre Lodovico era a Taranto, Napoli apri le porte a Ladislao; e gli Angioini, assaltati nelle fortezze, furono costretti a consegnarle e fuggire in Provenza. Ladislao, sostenuto dai baroni, si studiò di raffermare la propria potenza. Chiamato al trono d'Ungheria, si fece incoronare a Zara; ma avendo Sigismondo, dianzi deposto dal trono, ricuperata la corona, Ladislao non volle avventurarsi ad una guerra, e venduta la Dalmazia ai Veneziani, fece ritorno in Italia. Giovandosi della morte di papa Bonifacio, che crudelissimo e belligero uomo era, e della mite e pacifica indole di Innocenzo VII, fece disegno di ingrandire i suoi dominii a danno della Chiesa. Ei s'era già mosso con un poderoso esercito allorquando i Pisani gli offrirono la signoria del loro comune. Ma avendolo i Fiorentini esortato a non molestarli, e proponendogli in ricambio


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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