Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici
LIBRO OTTAVO.
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mettergli sossopra il regno, mentre chiamarono Luigi II d'An-giò a rivendicare i diritti del padre suo, figlio adottivo della regina Giovanna, fecero comandamento a' loro capitani e in ispecie a Braccio da Montone di cacciare dalle terre della Chiesa i presidii del re di Napoli e renderle libere. Dopo d'avere ripetutamente assaltati i soldati regii dentro le mura, in sul cominciare del 1410 Braccio da Montone entrò con lo esercito dei collegati in Roma: e fu mirabile cosa vedere i vincitori gridando libertà non macchiare 1' onor loro con le consuete devastazioni e rapine. Agli ambasciatori che i Romani mandarono a Firenze per rendere grazie d'essere stati liberati, la Signoria rispose esortassero il popolo romano a serbare incolume, con ogni studio, la patria libertà, e ad un tempo scrisse al papa — lo astuto cardinale Cossa, che dopo avere propinato il veleno al suo pacifico predecessore, si era fatto eleggere assumendo il nome di Giovanni XXIII — di recarsi nella metropoli della cristianità.
VIII. Con nuove milizie Luigi d'Angiò era già tornato da Provenza e giunto a Roma, intendendo di gettarsi sul regno, nel quale lo antico partito angioino, nonostanti crudeltà con che per parecchi anni Ladislao lo aveva tenuto in terrore, incominciava a rialzare il capo. E di certo la impresa non gli sarebbe stata malagevole se varii accidenti non fossero sopraggiunti a spingerlo alla rovina mentre egli credeva correre alla fortuna sua.
I Genovesi avevano scosso il giogo del re di Francia; cacciatone il Boucicault, e rivendicatisi in libertà, si erano collegati con Ladislao. Il quale in tal modo acquistava formidabili forze navali, con che poteva sturbare Luigi e i Fiorentini. Il popolo bolognese, appena partito il pontefice, il quale, mentre era Legato, lo aveva aspramente tiranneggiato, insorse, spianò la fortezza, e riordinò il comune a reggimento democratico. I Fiorentini prevedendo il pericolo di tale avvenimento, esortarono i Bolognesi a riconciliarsi col papa, e persuasero Giovanni XXIII a riconoscere la libertà politica del Comune e a contentarsi della sola sovranità spirituale.
Mentre tali cose accadevano, e Roma era piena di armi,
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