Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

Pagina (268/507)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      LIBRO OTTAVO.
      268
      mettergli sossopra il regno, mentre chiamarono Luigi II d'An-giò a rivendicare i diritti del padre suo, figlio adottivo della regina Giovanna, fecero comandamento a' loro capitani e in ispecie a Braccio da Montone di cacciare dalle terre della Chiesa i presidii del re di Napoli e renderle libere. Dopo d'avere ripetutamente assaltati i soldati regii dentro le mura, in sul cominciare del 1410 Braccio da Montone entrò con lo esercito dei collegati in Roma: e fu mirabile cosa vedere i vincitori gridando libertà non macchiare 1' onor loro con le consuete devastazioni e rapine. Agli ambasciatori che i Romani mandarono a Firenze per rendere grazie d'essere stati liberati, la Signoria rispose esortassero il popolo romano a serbare incolume, con ogni studio, la patria libertà, e ad un tempo scrisse al papa — lo astuto cardinale Cossa, che dopo avere propinato il veleno al suo pacifico predecessore, si era fatto eleggere assumendo il nome di Giovanni XXIII — di recarsi nella metropoli della cristianità.
      VIII. Con nuove milizie Luigi d'Angiò era già tornato da Provenza e giunto a Roma, intendendo di gettarsi sul regno, nel quale lo antico partito angioino, nonostanti crudeltà con che per parecchi anni Ladislao lo aveva tenuto in terrore, incominciava a rialzare il capo. E di certo la impresa non gli sarebbe stata malagevole se varii accidenti non fossero sopraggiunti a spingerlo alla rovina mentre egli credeva correre alla fortuna sua.
      I Genovesi avevano scosso il giogo del re di Francia; cacciatone il Boucicault, e rivendicatisi in libertà, si erano collegati con Ladislao. Il quale in tal modo acquistava formidabili forze navali, con che poteva sturbare Luigi e i Fiorentini. Il popolo bolognese, appena partito il pontefice, il quale, mentre era Legato, lo aveva aspramente tiranneggiato, insorse, spianò la fortezza, e riordinò il comune a reggimento democratico. I Fiorentini prevedendo il pericolo di tale avvenimento, esortarono i Bolognesi a riconciliarsi col papa, e persuasero Giovanni XXIII a riconoscere la libertà politica del Comune e a contentarsi della sola sovranità spirituale.
      Mentre tali cose accadevano, e Roma era piena di armi,


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

Pagina (268/507)






Luigi II An-giò Giovanna Braccio Montone Chiesa Napoli Braccio Montone Roma Romani Firenze Signoria Cossa Giovanni XXIII Luigi Angiò Provenza Roma Ladislao Genovesi Francia Boucicault Ladislao Luigi Fiorentini Legato Fiorentini Bolognesi Giovanni XXIII Comune Roma