Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

Pagina (269/507)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      '268
      STORIA DEI COMUNI ITALIANI.
      soldati e capitani, non avendo ricevute le paghe, tumultuavano e minaiiciavano venire alle mani. Lo Angioino aveva fatto ogni sforzo, ma non aveva pecunia tanta da sostenere le ingenti spese d' una impresa nella quale ad incitamento dei Fiorentini egli s'era gettato. I Fiorentini volevano supplire alla povertà di quel principe e del papa, ma il loro tesoro era esausto, e il governo non poteva accrescere le pubbliche gravezze senza rischio di stancare la pazienza del popolo. Ladislao che ben sapeva tutte coleste cose, per frustrare i disegni del suo rivale e del pontefice, offrì proposte di pace ai Fiorentini, i quali quantunque pur sempre sospettassero della perfidia del re di Napoli, le accolsero, e la pace fu fatta nel gennajo del 1411.
      IX. Luigi d'Angió e il pontefice nulladimeno seguitarono la guerra contro Ladislao, la quale ebbe varie vicissitudini. Allo Angioino toccò di tornarsene con le mani vuote e con l'amaritudine dell'anima in Provenza. Ladislao concesse al papa la pace pel prezzo di centomila fiorini, la investitura del regno di Sicilia, e l'abolizione de' diritti che aveva Luigi sopra la eredità di Giovanna. L'anno appresso invase le terre della Chiesa, costrinse Giovanni XXIII a salvarsi fuggendo, apparecchiato ad assalire la stessa Firenze alla quale aveva inimicato anche Niccolò d'Este.
      La Signoria ridotta alle sole sue fòrze per sostenere tanto pondo di guerra, nel giugno del li14 firmò col re di Napoli un nuovo trattato di pace, altamente disapprovato dal popolo, il quale non sapeva indursi a confidare nella rea natura di quell'ambizioso principe. Ma mentre egii meditava nuovi tradimenti a danno de' Fiorentini, i quali erano i soli che nella Italia di mezzo potessero efficacemente opporsi a' suoi disegni, preso da un incognito male, che aveva i sintomi di quelle turpi malattie che in sul declinare di quel secolo fecero strage in Italia, morì fra mezzo ad atrocissimi spasimi. E questo fu nuovo esempio il quale mostrò,secondo che notava Niccolò Machiavelli, la morte essere stata sempre più amica ai Fiorentini che niuno altro amico, e più potente a salvarli che alcuna loro virtù.
      X. E difatti reputavano che niun potentato avesse per


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

Pagina (269/507)






Angioino Fiorentini Fiorentini Fiorentini Napoli Angió Ladislao Angioino Provenza Sicilia Luigi Giovanna Chiesa Giovanni XXIII Firenze Niccolò Este Signoria Napoli Fiorentini Italia Italia Niccolò Machiavelli Fiorentini Ladislao Ladislao