Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

Pagina (284/507)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

      LIBRO OTTAVO.
      283
      masto ricchissimo, uomo di gran senno e di fermissima indolo nei propositi, di modi cortesi, e squisitamente liberale, divenne capo di quel partito popolare che era stato governato primamente dagli Alberti. 0 perchè fosse mosso dall' ambizione di recare alle sue mani il timone della cosa pubblica, o perchè non potesse tollerare gli arbitrii e l'orgoglio della parte dominante, senza dissimulazione, senza timore manifestava le proprie opinioni con insigne franchezza, e non aveva riguardi nel censurare la condotta dei dominatori. I quali, temendolo molto, per avere giusta ragione a spegnerlo stu-diavansi di provocarlo sì che spingesse il popolo a tumultuare. Ma il savio uomo non si lasciò mai cogliere nella rete, e vivevasi libero e sicuro confidando ne' suoi numerosissimi partigiani. I nobili, che per virtù della legge rimanevano perpetuamente oppressi, e quindi naturalmente facevano causa comune co'malcontenti di qualunque fazione si fossero, favorivano Cosimo de' Medici. Rinaldo degli Albizzi — non ostante che Benedetto da Uzzano lo avesse sempre esortato a schivare
      10 espediente di chiamare alle armi il popolo a fine di abbassare i più notevoli uomini della parte di cui Cosimo era capo, imperocché se le due fazioni fossero scese in campo, quella dei Medici sarebbe stata di gran lunga maggiore—'deliberò di mandare ad effetto il suo disegno, ed altro non aspettava che si tirasse a sorte una Signoria tutta composta di uomini a lui devoti. Difatti nel settembre del 1433 dalle borse sortirono i nomi di Bernardo Guadagni e di otto priori quali gli desiderava l'AIbizzi, e in ispecie il Guadagni, che essendo povero, e per potere prendere il magistrato essendogli stati pagati i debiti da Rinaldo, era dispostissimo a fare tutto ciò che questi desiderasse E però sette giorni dopo che il nuovo reggimento aveva preso l'ufficio, il Gonfaloniere citò Cosimo de'Medici,
      11 quale, comecché fosse dagli amici suoi ammonito di non andare e invece apparecchiarsi a difendersi con le armi, sicuro di non avere fallato, si appresentò dinanzi a'magistrati. Appena entrato in palazzo, accusandolo di non so che colpe rispetto alla passata guerra di Lucca, lo imprigionarono nella, torre detta dell' orologio;- e perchè venisse straordinariamente giudicato e punito, e con lui i capi della parto


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina  Immagine

   

Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

Pagina (284/507)






Alberti Cosimo Medici Albizzi Benedetto Uzzano Cosimo Medici Signoria Bernardo Guadagni AIbizzi Guadagni Rinaldo Gonfaloniere Cosimo Medici Lucca Rinaldo