Storia dei comuni italiani di Paolo Emiliani-Giudici

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      LIBRO OTTAVO.
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      nessun vantaggio. Volevano, reputandolo alla salute loro estremamente necessario, che il duca di Milano non estendesse i suoi dominii sugli Stati della Chiesa, ma che la Marca fosse sottoposta allo Sforza o al papa era per loro lo stesso. Promisero quindi, ma indugiarono. E di certo lo Sforza non .avrebbe potuto sostenere tanti disastri che in un sol tempo gì' intervennero, e tanta lega di nemici, se lo stesso suo suocero non lo avesse cavato d'impaccio. Filippo Maria voleva indebolire il genero ma non distruggerlo; onde vedendolo minacciato di rovina, s'interpose, e pregando il re di Napoli lo indusse ad abbandonare la impresa. Il papa per allora rimase solo a lottare contro lo Sforza ; il quale avendo in prima sostenuta avversa la fortuna, appena l'ebbe seconda, principalmente dopo che il duca chiamò a Milano Niccolò Piccinino mentre stava per rompere onninamente il nemico, colse il destro per riconciliarsi col pontefice. Questi lasciava allo Sforza tutto quel tratto di territorio di che trovavasi allora in possesso, e quello che potesse nello spazio di otto giorni conquistare, e voleva che il rimanente della Marca ritornasse alla Chiesa. Niccolò Piccinino, non sapendo intendere la cagione per cui dal duca era stato chiamato in Milano, credendosi ingannato e con somma ingratitudine rimeritato, morì di dolore nell' ottobre del 1414.
      Dicesi che il duca amaramente piangesse il suo vecchio capitano; dicerto, mancato lui, si sentì crescere in cuore il timore che gì' ispirava il valoroso suo genero, contro il quale non avrebbe potuto opporre un guerriero pari al Piccinino.
      XXIII. Francesco Sforza non era uomo da lasciarsi governare come il Piccinino e gli altri capitani di ventura. Egli esercitando il mestiere delle armi aveva uno scopo diverso da quello degli altri, e fino d'allora non solo ambiva a crearsi una signoria indipendente, ma forse tenevasi sicura la successione alla sovranità de'Visconti, massimamente dopo che Bianca gli ebbe partorito un figlio, al quale era stato posto un nome di famiglia, cioè Galeazzo Maria. Il duca se ne era mostrato oltremodo contento; se non che trascinato dalla perpetua irrequietudine dell' indole sua, tornò a sospettare forte


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Storia dei comuni italiani
Volume Secondo
di Paolo Emiliani-Giudici
Felice Le Monnier Firenze
1866 pagine 506

   

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